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Casinò, non solo richieste ai lavoratori per far quadrare i conti

13 novembre 2017 - 10:30

Delicate trattative sindacali in corso nei casinò italiani: ai lavoratori si chiedono nuovi sacrifici ma occorre anche invertire il trend attuale di incassi e ingressi.

Scritto da Amr
Casinò, non solo richieste ai lavoratori per far quadrare i conti

Mettere le mani in tasca, sempre e soltanto, ai lavoratori, non è né ammissibile e possibile. E a fronte di nuove e sempre più pesanti richieste, si deve anche presentare qualcosa come contropartita, così da dare assicurazione, o almeno speranza, che sarà l'ultima volta. Tuttavia, è anche vero che gli stipendi e il generale trattamento normativo nei confronti dei dipendenti dei casinò è tuttora ben al di sopra della media nazionale, oltretutto in un contesto in cui il business della loro impresa non è più così rigoglioso, e anzi ci sono delle perdite di bilancio che spaventerebbero, fatte le dovute proporzioni con gli incassi, la più miseranda delle imprese metalmeccaniche o tessili.
In questo contesto vanno inquadrate le attuali trattative in corso o da avviare nei casinò italiani. A Saint Vincent i sindacati scalpitano, e non a torto, per conoscere sino in fondo quali sono le intenzioni e soprattutto le azioni concrete dell'azienda per risollevare l'attività, dopo che a luglio si è con estrema difficoltà ma anche estremo senso di responsabilità raggiunto un nuovo accordo che di fatto taglia ulteriormente gli stipendi dei lavoratori. A Venezia la trattativa sul contratto di lavoro procede con difficoltà, tra schermaglie e divisioni sindacali, e tensioni tra le varie sigle (in ordine più o meno sparso, appunto) e azienda/proprietà. A Campione, inoltre, è saltato il tavolo prefettizio, a causa del mancato pagamentodegli stipendi dei dipendenti comunali, ma comunque bisogna arrivare al più presto ad avviare un tavolo di trattativa sul rinnovo dell'accordo di solidarietà anche per quelli del Casinò, che è in scadenza. Certo, in questa trattativa non giova il fatto che l'azienda non abbia ancora presentato il richiesto e atteso piano industriale, né le profondissime divisioni sindacali tra le varie sigle che fanno capo a Rsu e Rsa, esempio atipico e litigiosissimo di convivenza all'interno di una stessa azienda. Ma “ubi maior”, e stiamo parlando soprattutto degli assai ben più gravi problemi del Casinò, dei suoi dipendenti e dei suoi conti, “minor cessat”, o almeno si spera.

Non saranno mesi facili, quelli che mancano alla fine dell'anno. E se sullo sfondo c'è il riordino normativo dei casinò, non si può sperare o immaginare che arrivi prima della soluzione che a livello singolo i casinò dovranno dare alle loro problematiche.

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