skin

Incassi casinò, difficoltà strutturali chiamano risposte strutturali

14 agosto 2017 - 09:46

L'analisi di Gioconews.it sull'andamento dei singoli giochi nei casinò tricolori sul lungo periodo evidenzia difficoltà strutturali.

Scritto da Anna Maria Rengo
Incassi casinò, difficoltà strutturali chiamano risposte strutturali

L’analisi sul lungo periodo condotta da Gioconews.it in merito agli incassi dei casinò italiani, complessivi e distinti per singolo gioco, evidenzia una difficoltà strutturale che è epurata dai singoli fattori che possono aver compromesso o facilitato l’andamento di un singolo anno o, più ancora, di un singolo mese. Se si pensa che dal 2004 al 2016 sono stati persi poco meno del 50 percento degli introiti, le conclusioni non possono essere che due: la situazione è seria e non ci sono eventi contingenti che possano ammorbidirla (né imprevedibili eventi futuri – tranne forse in minima parte la riduzione dell’offerta di gioco pubblico – che possa invertire il trend); bisogna rivedere strutturalmente (come in effetti si è iniziato a fare) anche i costi, perché il sistema che reggeva (se reggeva!) dodici anni fa ora non può essere più in equilibrio.
I tecnici, più che i politici che rappresentano la proprietà o anche i mega manager, magari provenienti da altri settori e che quindi non hanno (almeno all’inizio) gli strumenti per comprendere le particolari dinamiche di ogni singolo gioco, possono tuttavia analizzarli a fondo per capire i motivi per cui si è registrato quel particolare risultato nel lungo periodo e se ci sono gli strumenti, tecnici appunto ma anche organizzativi e in termini di marketing e di prodotto, per invertire il trend. A una sommaria analisi, giornalistica e non tecnica, alcuni giochi sembrano essere destinati a restare in una piccola nicchia, riservati a un ristretto numero di persone dalla forte disponibilità di spesa e, forse, progressivamente sempre più esiguo. La permanenza di tali giochi garantisce tuttavia quel marchio di riconoscibilità e di prestigio che ben deve e può accompagnarsi a una Casa da gioco, che almeno in Italia si fregiano della loro tradizione.

Ce ne sono tuttavia altri dove si può e si deve incidere, con politiche mirate e “aggressive”che puntino alla massimizzazione dei profitti e dell’appeal, visto che i giocatori non sembrano affatto stanchi, come dimostrano per esempio i numeri della raccolta e della spesa di slot e Vlt in Italia.
Tuttavia, ci sono anche riflessioni politiche da fare. Il modello casinò, almeno così come è stato sinora concepito, è tuttora valido? Se un settore industriale perde in dodici anni quasi la metà del fatturato, qualcosa vorrà pur dire, e bisognerà pur chiedersi se, al di là della migliore taratura delle slot o della maggiore o minori flessibilità dei massimi/minimi di puntata ai giochi lavorati, è ancora il caso di investirci.

La risposta, a nostro sommesso modo di vedere, è “sì”, ma con importanti distinguo e importanti interventi da fare, se si vuole che questo settore resti redditizio, in questa fase storica per il territorio di riferimento, e chissà se in futuro si arriverà a una diversa organizzazione normativa grazie alla quale anche lo Stato avrà un direttissimo interesse al suo andamento.
 
 

Articoli correlati