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Professione croupier, polivalenza e zero feste comandate a St. Vincent

25 giugno 2022 - 09:21

I professionisti in forze al Casinò di Saint Vincent raccontano i segreti del mestiere del croupier.

Il viaggio di Gioconews.it alla scoperta del mestiere del croupier si conclude, dopo le tappe di Sanremo, Campione d'Italia e Venezia, al Saint Vincent Resort & Casino.

UNA PROFESSIONE VERSO LA POLIVALENZA - Come gli altri casinò, anche quello di Saint Vincent ha conosciuto nel corso degli anni un ridimensionamento della sua attività ed è tuttora interessato a un percorso concordatario, in fase di esecuzione e che ha scongiurato il rischio di una dichiarazione di fallimento.
Claudio Albertinelli, segretario generale del Savt, illustra quanto il Casinò sia attualmente importante per l'economia, l'occupazione e il turismo in Valle d'Aosta.

“Il Casinò di Saint Vincent continua ad essere un volano molto importante per l'economia e il turismo della Valle d'Aosta. Nonostante i problemi e il conseguente ridimensionamento che ha vissuto negli ultimi anni, continua a rappresentare un'importante attrattività per i turisti che vengono a visitare la nostra regione. Oltretutto garantisce ancora oltre 300 posti di lavoro, numeri che per una realtà come quella valdostana sono molto importanti. Per fortuna, grazie allo sforzo fatto
da tutte le parti coinvolte, il Casinò di Saint Vincent sembra ormai aver superato il momento più difficile della sua storia e continua ad esser un volano per l'economia valdostana”.

Com'è cambiata la vita professionale dei croupier valdostani, anche alla luce dei momenti di difficoltà attraversati dalla Casa da gioco, tuttora in fase concordataria?

“Sicuramente la crisi attraversata dal Casinò negli ultimi anni ha messo in forte discussione il modello organizzativo dell'azienda e in questo processo è rientrato anche il ruolo del croupier. Oltre ad aver avuto un importante taglio delle retribuzioni e della parte normativa del contratto, il ruolo del croupier si trova di fronte ad una sfida fondamentale per il futuro. È infatti immaginabile che nei prossimi anni si vada sempre più verso un ruolo di polivalenza di queste figure, quindi di persone capaci ad operare su più giochi. Ci troviamo di fronte ad un percorso che in parte ha già preso il via e che vedrà il suo completamento quando ci saranno nuovi inserimenti nell'organico”.

Quali sono le principali caratteristiche professionali e umane che un croupier deve avere?

“Il ruolo del croupier è una figura professionale che richiede un insieme di caratteristiche che devono coesistere tra di loro. Altro a una fondamentale attitudine a relazionarsi con il pubblico, bisogna avere una buona manualità nelle operazioni di gioco e la capacità di gestire i tavoli da gioco. In tutto questo bisogna essere anche un po' psicologi, visto che non bisogna mai dimenticarsi che il croupier si trova di fronte persone che stanno giocando, e spesso perdendo, dei soldi e che vanno gestiti anche dal punto di vista comportamentale ed emotivo”.

FESTE COMANDATE? DA DIMENTICARE - “Il periodo della pandemia è stato caratterizzato da una grande incertezza a cui si aggiungeva la preoccupazione per le sorti della procedura concordataria in corso.
Il ricorso al fondo integrativo salariale, unica entrata economica nei lunghissimi mesi di chiusura, non è stato sufficiente al sostentamento dei dipendenti e delle loro famiglie che hanno dovuto pesantemente intaccare i propri risparmi per far fronte ai pagamenti di mutui, affitto e utenze.
Questo clima di incertezza ha avuto pesanti ripercussioni soprattutto sulle persone più ansiose, che in qualche caso sono dovute ricorrere a sostegno psicologico. La riapertura ha per fortuna spazzato via la maggior parte delle preoccupazioni, vista la partecipazione entusiasta della nostra affezionata clientela”.

Corrado Distort, segretario aziendale dello Snalc, racconta così i difficili anni pandemici vissuti dei dipendenti del Casinò di Saint Vincent.

Un lungo arco di tempo certamente, nella sua drammaticità, “straordinario”. Invece, nella sua ordinarietà, come definirebbe il mestiere del croupier e quali sono i suoi principali vantaggi e svantaggi?

“Il mestiere del croupier è senza dubbio affascinante. Siamo il tramite tra il giocatore e la dea bendata, con tutto ciò che di positivo e negativo questo comporta. Veniamo elogiati e premiati dai clienti quando vincono ma anche insultati quando perdono. È un mestiere che richiede grande attitudine al rapporto col pubblico, proprio perché il giocatore è un cliente difficile, umorale, spesso scaramantico e superstizioso. Si tratta di un mestiere prevalentemente notturno e festivo, chi lo sceglie deve essere consapevole che trascorrerà i sabati e le domeniche lontano dalla famiglia, non potrà mai festeggiare il capodanno con gli amici o il ferragosto al mare, o frequentare corsi, eventi e concerti. La vita sociale del croupier è praticamente inesistente, per questo spesso ci si frequenta tra colleghi”.

Al Casinò di St. Vincent sussistono tuttora diversi contratti di lavoro. Questo crea confusione o disparità? Si sta lavorando per una unificazione?

“All’interno della nostra Casa da gioco sussistono due contratti di lavoro e diversi tipi di accordi a seconda dei reparti ma sinceramente non hanno mai creato alcun tipo di confusione o disparità perché erano nati all’interno di ogni reparto senza andare a ledere gli altri già esistenti. Teniamo presente però che attualmente, visto che siamo sotto concordato, tutti i contratti sono stati momentaneamente disdettati con l’accordo del febbraio 2019.
Inoltre tutte le sigle sindacali, insieme con la direzione aziendale stanno lavorando per cercare di costruire un nuovo contratto unico che sia equo e dignitoso per tutti i futuri neoassunti”.

 

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