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Casinò: lotta a Gap, tra limiti a contanti e divieti carte di credito

20 gennaio 2020 - 08:43

In diversi Paesi europei la guerra al gioco patologico si combatte limitando i contanti e vietando le carte di credito: strumenti necessari e utili nei casinò?

Scritto da Mauro Natta
Casinò: lotta a Gap, tra limiti a contanti e divieti carte di credito

C'è chi pensa di limitare il vizio del gioco vietando l'uso delle carte di credito nei casinò, come è dato leggere ciò accade nel Regno Unito, c'è chi ritiene possibile far emergere il sommerso limitando l'uso del contante e, al tempo stesso, porre limiti al gioco.
Forse che così operando si rende impossibile o quasi il poter giocare oltre i propri limiti economici?
La ritengo una pia illusione.

COSI' IN EUROPA - In Europa si passa dall'uso libero o quasi alle limitazioni, Belgio e Slovacchia 3000, Francia e Spagna 1000, Grecia 500 (salvo errori); forse non tutti gli stati UE hanno una identica regolamentazione in tema di mezzi di pagamento. Tra questi non dimentichiamo gli assegni di conto corrente.
Ed è proprio a detti assegni che intendo fare un preciso riferimento, non da esperto nel campo giuridico come già avvenuto qualche tempo fa orsono non da parte mia, ma guidato dall'esperienza maturata sul campo per tantissimi anni.
Il debito di gioco è considerato una obbligazione naturale, quindi, priva di azione per un recupero nella piena legalità; questo è necessario premettere parlando di case da gioco autorizzate.
Mi preme ribadire - l'ho scritto già molte volte ma lo credo importante - che l'unico posto dove si gioca d'azzardo al quale è possibile impedire l'accesso a un giocatore patologico è il casinò.

Se al gestore, e vale la pena ricordare come e perché le case da gioco sono state autorizzate dal 1927 in avanti, si lascia l'unico rischio di impresa legato al fatto che può perdere e, contemporaneamente, dopo la normativa sull'uso dei contanti si aggiunge altro nell'intento di limitare il gioco, è poco probabile che la casa da gioco produca occupazione e, tanto meno, una sorta di autofinanziamento e/o beneficio economico per l'ente pubblico titolare dell'autorizzazione.

IL CASO CAMPIONE - La situazione venutasi a creare a Campione d'Italia dopo la chiusura del locale casinò contribuisce anche ad evidenziare che il gioco continua, che la domanda del bacino di utenza tende a cercare altre offerte. I risultati straordinari dei casinò di Lugano e Mendrisio con un incremento del 50 e 30 percento rispettivamente, concorrono più che ragionevolmente a far comprendere ciò che può essere facilmente notato.
Non soltanto in Svizzera ma nel rimanente territorio europeo troviamo casinò: Albania, Belgio, Croazia, Danimarca, Finlandia, Slovenia, Polonia, Spagna, Portogallo, Francia e Regno Unito.

Mi pare che il limite del contante che un italiano, se turista o giocatore, può detenere al momento che si reca all'estero equivale a diecimila euro, sempre salvo errori. Ora se osservo che la situazione è di tutta evidenza sfavorevole ai casinò italiani credo di poter affermare l'esistenza di uno stato dell'arte soggetto a poche critiche in senso opposto.
Probabilmente per quanto agli assegni di conto corrente è sufficiente rivedere progetti e disegni di legge sulle case da gioco presentati in Parlamento nel 1992.
Ma non solo! Negli accennati documenti si faceva riferimento ad una serie di controlli da esercitarsi da parte dello Stato su diversi temi. Aggiungo una considerazione del tutto personale per cui è assolutamente credibile che un controllo totale ed efficiente è più che possibile senza difficoltà di alcun genere.
Mi permetto di usare una frase della quale, forse, abusavo svolgendo la mia attività nel sindacato: ad impossibilia nemo tenetur e rammento che potere è volere.

 

 

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