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Casinò Campione, relazione Bruschi: 'Costo lavoro in costante aumento'

05 ottobre 2019 - 05:17

La relazione del commissario straordinario del Casinò Campione d'Italia Maurizio Bruschi evidenzia come dal 2013 al 2017 il costo del lavoro sia stato in costante aumento.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò Campione, relazione Bruschi: 'Costo lavoro in costante aumento'

"La dinamica costo del lavoro, secondo l'analisi condotta dalla società VitaleZane&Co in sede di redazione del piano di ristrutturazione industriale e finanziario ai fini della procedura fallimentare" nel periodo 2013-2017 "ha subito un costante aumento del costo totale sia in termini assoluti sia in termini di incidenza percentuale sul fatturato, nonostante il fatturato totale sia sostanzialmente rimasto costante nel tempo e il numero degli addetti sia passato dai 544 del 2013 ai 492 del 2017".
Lo scrive il commissario straordinario del Casinò Campione d'Italia Maurizio Bruschi, nella sua relazione tecnica sulle strade che possono essere percorse per riaprire la Casa da gioco e che sono essenzialmente il risanamento della società esistente, la costituzione di una nuova società o l'affidamento a un privato della gestione della Casa da gioco.

Il commissario spiega che "questo incremento, per il periodo tra il 2014 e il 2015, viene in gran parte attribuito alla variazione del rapporto di cambio tra le monete euro/franco, dovuto alla decisione della Banca centrale elvetica di abbandonare la politica di stabilizzazione del cambio ed essendo il costo del lavoro sostenuto in franchi svizzeri tale stabilizzazione ha prodotto effetti negativi sulla componente di costo".

In questo contesto. "poco incisive ai fini del recupero dell'equilibrio finanziario della gestione della Casa da gioco erano risultate le intese tra Società e Ooss". Le intese del 2012 e del 2014 "se apportarono, unitamente a una seppur ridotta diminuzione del numero di occupati nella Casa da gioco, la riduzione dai 70,4 milioni di franchi svizzeri del 2012 ai 55,2 milioni di franchi del 2017, non offrirono elementi di essenzialità ai fini del superamento dei risultati negativi della gestione".

IL CONTRATTO - In termini reali, ciò che aveva rilevanza sul costo "era la vantaggiosità del contratto di lavoro in favore dei dipendenti", risalente negli anni 1990-92, quando "nulla lasciava presagire che i proventi del gioco d'azzardo" avrebbero subito "una considerevole flessione dei ricavi. La modifica contrattuale non è mai stata presa in considerazione quale elemento imprescindibile di leva per la riduzione dei costi, anzi si adottarono deliberazioni per la trasformazione di componenti variabili nella retribuzione fissa mensile, mentre un confronto aperto con le Ooss avrebbe potuto portare a mutamenti di rilievo, specie se suffragati dai dati di raffronto delle retribuzioni percepite dagli addetti delle case da gioco svizzere".

Bruschi evidenzia inoltre che "al 31 luglio 2018 l'organico della Casa da gioco era composto da 483 dipendenti, compreso l'amministratore delegato dirigente" così suddivisi: 50 ausiliari di cui 3 a tempo parziale, 181 addetti all'amministrazione di cui 10 a tempo parziale, 214 addetti al gioco di cui 47 a tempo parziale, 37 addetti alla ristorazione di cui 4 a te po parziale.

L'ASSENTEISMO - "La lettura di questi dati non può non far riflettere sull'elevato numero di personale amministrativo, pari al 37 percento della forza lavoro". Bruschi riporta anche alcune parti del documento di Due diligence report relative al personale in organico e relative lettere di assunzione, nelle quali si legge che "a fronte del personale attualmente in forza, si sono rilevate assenze anomale che determinano problemi nell'organizzazione dei turni di lavoro e quindi nell'efficienza gestionale dell'impresa". Inoltre "si rileva un tasso di assenteismo anomalo sia in relazione alla numerosità sia in relazione alla collocazione delle assenze medesime. Giova segnalare che è in essere un contratto collettivo aziendale che giustifica un comportamento dei dipendenti estremamente penalizzante per l'azienda in quanto le assenze di un giorno possono essere comunicate anche solo con una telefonata e ciò accade spesso in prossimità dell'entrate in servizio prima o dopo giorni di riposo compensativo". E "l'impatto negativo sulla turnazione appare de plano".

 

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