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La corretta gestione di un casinò in tempi di crisi

13 agosto 2019 - 10:42

I consigli del consulente esperto di gaming e casinò, Mauro Natta, per una corretta gestione finanziaria delle case da gioco.

Scritto da Mauro Natta
La corretta gestione di un casinò in tempi di crisi

I risultati di un gioco sono collegati al volume di affari quasi sempre e sono verificabili – bene inteso sul medio periodo – tramite alcuni riscontri alla base dei quali troviamo la matematica e non solo. Il vantaggio del banco non è l’unico parametro che consente tale verifica: negli Stati Uniti i gettoni si acquistano solo ed esclusivamente al tavolo dove si gioca e possono essere consumati solo in quel tavolo. E’ impossibile fare i “furbi”, cambiare molto e giocare poco; ci sono le telecamere su ogni tavolo. Ne consegue che la regolarità del gioco verificata a posteriori – in controllo concomitante avviene tramite telecamere come è stato notato – è data dalla parametrazione tra contanti cambiati e risultato del tavolo conto tenuto della speranza matematica del banchiere.

Nei casinò ove è possibile acquistare gettoni alla cassa di sala e/o al tavolo il controllo si presenta, forse un po’ più macchinoso, ma realizzabile col beneficio tutt’altro che trascurabile di effetti collaterali di sicuro interesse anche per la gestione.
Mi piace, tra gli altri, richiamare l’effetto “rapporto umano” che non solo distingue il gioco nel casinò da quello online ma si realizza in una componente importante dei ricavi in una casa da gioco: le mance. Intendo quelle che alla fine della giornata gli addetti trovano nelle apposite cassette; questo per essere perfettamente compreso.
Non sono al corrente se le mance della fair roulette si conteggiano separatamente da quelle della roulette tradizionale; se non si procede in questo modo invito ad un conteggio separato ed ad una parametrazione col risultato del tavolo nel medio periodo. Molto probabilmente mi si potrà dare ragione; sicuramente per il discorso precedente senza tirare in ballo la resa effettiva che tiene conto, tra l’altro, del minimo di giocata e del numero degli addetti impiegati.
Accennavo in precedenza che non solo viene richiamata la matematica, ma una breve parentesi sulla necessità del rapporto umano tra giocatore ed impiegato che si realizza più facilmente in un tavolo piuttosto che in un altro, appare calzante.
Passando alla statistica, scomodata parlando della speranza matematica e che, per quanto risulta, è la scienza che viene richiamata dai più convinti sistemisti, probabilmente a ragione: una cosa sola è certa, cioè che il giocatore, grande o piccolo che sia, è tendenzialmente portato a rammentare le vincite e a dimenticare le perdite.
Ma al di là della filosofia, certamente il rapporto tra il contante cambiato direttamente al tavolo e il risultato può rivestire un concreto significato anche nelle case da gioco italiane così come, forse di più, la proporzione tra mance ed introito di uno stesso gioco (mi permetto di provare a tenere separate le due tipologie di roulette precedentemente richiamate) sempre in un medio periodo.
Infine, altri due temi più volte citati risultano importanti. Il primo è che da una seria e completa procedura del controllo sulla regolarità del gioco si opera alla ricerca di un marketing mirato che il divieto di pubblicità impone più di prima. Il secondo è una sorta di consiglio, imitando i giapponesi i quali insegnavano che la migliore pubblicità si realizza tramite il “porta a porta” alla base del quale troviamo l’ormai indispensabile diversificazione dell’offerta coniugata con la capacità di adeguarla in tempo reale alla domanda e la qualità dei servizi che - e non è di poco momento – costituisce il fondamento per una reale fidelizzazione alla quale è poco agevole rinunciare.
 

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