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Casinò, non si perda di vista la motivazione più rilevante

11 ottobre 2018 - 08:30

In tempi di grave crisi dei casinò, non bisogna perdere di vista il motivo più rilevante per cui sono stati istituiti.

Scritto da Mauro Natta
Casinò, non si perda di vista la motivazione più rilevante

Dal 1927 al 1946 sono stati autorizzati sul territorio nazionale le case da gioco di Sanremo, Venezia, Campione e Saint Vincent. Lo scopo prioritario lo si può tranquillamente riassumere in un aiuto concreto all’Ente pubblico titolare della autorizzazione in deroga alle norme del codice penale.

Comprendere in detto aiuto economico – perché di questo si trattava e si tratta – non possiamo non rammentare le entrate la cui natura giuridica è stata confermata dalla legge nel 1986 e l’occupazione diretta e dell’indotto. Neppure si può dimenticare che la casa da gioco è nata quale valido supporto allo sviluppo turistico ed è anche per questo specifico motivo che alcuni Comuni hanno chiesto e continuano a chiedere la possibilità di avere sul proprio territorio un Casinò.

Non è questa la sede per insistere, ma per ricordare che non c’è alcun dubbio sul fatto che i casinò sono luoghi nei quali il controllo è una delle primarie incombenze che ogni gestore si assume.
Una sola particolarità desidero farla notare. Il casinò è l’unico posto dove un giocatore incallito non potrà accedere se qualche familiare o lo stesso giocatore avranno comunicato di aver interdetto l’ingresso.

Oggi siamo in presenza di un fallimento, a Campione d’Italia, di una situazione a dir poco difficile a Saint Vincent e di una incidenza sempre maggiore del costo del personale sugli introiti. Questa situazione – nella speranza che si risolva in senso positivo – vede quale rimedio immediato l’intervento sul costo del lavoro; si agisce sugli organici diminuendoli, sul costo tagliandolo ma è difficile intravedere qualche azione atta ad incrementare i ricavi. Ciò, probabilmente, perché è più semplice e, al tempo stesso, immediata la prima soluzione; invece, sarebbe il caso di studiare come favorire gli introiti, le presenze e la qualità del gioco a tutto vantaggio dello sviluppo turistico, dell’occupazione globalmente considerata e delle entrate non solo dirette per l’Ente pubblico ma anche quelle fiscali e parafiscali.

In tema di costo del lavoro potrebbe intervenire il Parlamento tanto da evitare una partita di giro solo per qualcuno; questo a tutto vantaggio – e non è poco – dell’occupazione.

In conclusione, non si può che formulare un augurio sincero che negli incontri che si svolgono e si svolgeranno al Ministero a datare da oggi possano portare a una giusta soluzione per Campione (Comune e Casinò) e all’inizio di una attenta valutazione del presente e del futuro delle Case da gioco.

 

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