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Casinò e gestione privata: l'importanza del 'come'

23 maggio 2018 - 08:06

L'analista di gaming Mauro Natta esamina il tema dell'affidamento a privati della gestione dei casinò, tornato d'attualità in Val d'Aosta.

Scritto da Mauro Natta
Casinò e gestione privata: l'importanza del 'come'

Sull'argomento "privatizzazione" della gestione dei casinò, in particolare di quello di Saint Vincent, se ne legge, ma se ne ascolta poco. Pare quasi che si sia raggiunta la soluzione della vicenda Casa da gioco senza indicare, magari sommariamente, il come.

Una delle vie percorribili - bene inteso dopo ampi e professionali studi di fattibilità, una condizione indispensabile – può apparire quella di creare la situazione quo ante art.2, L.R. n. 49 del 23 dicembre 2009; relativamente ai riferimenti legislativi. Se non erro, si trattava dell’aumento di capitale sottoscritto dall’amministrazione regionale nella Società partecipata, autorizzato nel 2010 tramite conferimento di immobili (è il caso in discorso) e di altri beni materiali ed immateriali. Il totale – sempre che lo rammenti esattamente – era di 98 milioni di euro.
Non vorrei farla troppo lunga, ma il continuo ricorso ad appianare perdite di gestione aveva indotto la Regione a portare la quota della gestione sui ricavi di gioco (mance escluse) al 90 percento. Inizialmente detta percentuale era del 30 percento circa; altri tempi, le vacche non erano magre! Non sono passati direttamente dal 30 al 90 percento.
Il passivo di bilancio per l’esercizio 2017 a detta dell’amministratore unico Giulio Di Matteo dovrebbe aggirarsi intorno a 18/20 milioni; troveremo, nel conto economico, ammortamenti, interessi passivi su mutui e/o aperture di credito relative ai lavori di ristrutturazione degli immobili di cui all’aumento di capitale accennato.
E, appunto di questi costi ci occupiamo perché diviene difficile, se non impossibile, pensare ad una gestione affidata al privato nella quale non sia garantito un equilibrio finanziario.
Sicuramente il costo del personale risulta diminuito considerevolmente, ma quanto collegabile all’attuazione delle disposizioni di cui alla legge Fornero non potrebbe essere accollato alla subentrante gestione.
Una previsione dei crediti di gioco scarsamente esigibili o inesigibili del tutto non potrà fare che la stessa fine di quanto immediatamente precede.
L’importo dei gettoni in corso, a mano clienti, alla data del subentro ha una importanza di non poco momento; poiché alla presentazione dovranno essere convertiti in denaro e/o assegni della Casa, all’attuale gestore rimane l’obbligo di versare al subentrante, in contanti, l’importo relativo.
D’altra parte è logico poiché l’attuale gestore o ha incassato vendendoli o non li ha pagati non essendo stati presentati all’incasso a suo tempo.
Rimane, a mio personale avviso, l’esistenza delle precondizioni per affidare la gestione - al momento mi riferisco unicamente alla Casa da gioco – al privato: la particolare natura giuridica delle entrate per l’Ente pubblico e la possibilità concreta che si realizzino; quindi, passando all’altra, la certezza che il nuovo gestore, chiudendo l’esercizio in utile, sia in grado di versare all’Amministrazione regionale la percentuale contrattualmente pattuita che discende dalla eliminazione degli impedimenti precedentemente descritti.
 
L'AUTORE - Mauro Natta è stato segretario nazionale dello Snalc e ha lavorato nei casinò di Venezia e di Saint Vincent.
 

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