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Casinò, non si vive di soli ingressi!

13 dicembre 2017 - 08:59

Non sempre all'aumento dei clienti, nelle case da gioco tricolori, corrisponde quello degli incassi: un fenomeno da esaminare alla luce della variabile marketing.

Scritto da Claudio Bonamano
Casinò, non si vive di soli ingressi!

Un dato che rimane abbastanza anonimo, se non eventualmente per andare a caccia di record come nel passato, è il numero degli ingressi presso i nostri casinò nazionali.
È doveroso premettere che il dato non è di per sé omogeneo tra i quattro e ciò in considerazione che ogni casa da gioco adotta una propria politica per l’accesso alle sale.
Infatti, il raffronto non vuole essere fatto tra la comparazione dei dati forniti ma bensì una analisi generale nella quale possono emergere delle situazioni interessanti da focalizzare.
Abbiamo notato che nel corso del 2017 e fino al mese di novembre appena trascorso, la presenza di ingressi per tre case da gioco risultano in flessione, mentre il solo Casinò di Venezia presenta una situazione di incremento.

Questo incremento però, nell’ultimo periodo, ovvero da almeno sette mesi a questa parte, risulta inversamente proporzionale all’andamento degli incassi. Se per Venezia questo dato è in costante in salita, non lo è certamente per gli introiti che risultano in leggera flessione. Per gli altri tre casinò, la situazione è inversa e direttamente proporzionale: le flessioni per le presenze corrispondono, generalmente, anche a una flessione di incassi e viceversa nel caso di segno positivo.

Solo per fare dei semplici esempi numerici e per capire a quanto ammonta la spesa media del cliente per ogni singola casa da gioco si è ricavato il dato dello ”scontrino medio” in tre periodi significativi dell’ultimo decennio: l’anno 2007 segnava Venezia con 182 euro, St. Vincent con 190 euro, Campione con 190 euro e Sanremo con 363 euro. Nel 2013 Venezia con 128 euro, St. Vincent con 121 euro, Campione con 136 euro e Sanremo con 158 euro. Nel corso del 2017 sugli undici mesi la media per Venezia è di 113 euro, St. Vincent 157 euro, Campione 132 euro e Sanremo 216 euro. Per Sanremo è doveroso specificare che è stata attuata una politica di ingressi diversa nel periodo che va dal 2008 al 2012.

Anche se non significativi per certi aspetti, si nota che la flessione maggiore è stata su Venezia, mentre per gli altri tre appare una situazione meno evidente e che viene confortata dall’andamento degli incassi, abbastanza costanti, nell’ultimo periodo per Campione e Sanremo.
Cos’è accaduto a Venezia? Le tensioni che si sono sviluppate tra Ooss, azienda e proprietà hanno contribuito a una attuazione di scioperi e la parte aziendale è ricorsa a contrastare le agitazioni con promozioni, eventi e manifestazioni per attirare la clientela e, di conseguenza, anche gli incassi. Non sempre però determinate promozioni per l’aumento di ingressi possono risultare efficaci anche per l’aumento degli incassi. Infatti nel corso degli anni passati promozioni di mass market hanno avuto riscontri positivi sia nell’aumento degli ingressi e sia nell’aumento degli incassi. Ovviamente tutto sta non solo nel ricercare attività volte all’incremento, ma è fondamentale aver un budget adeguato allo scopo con una attenta valutazione preventiva sul costo/beneficio. Un errore abbastanza frequente in tutte le case da gioco e non solo quelle italiane è quello di ricercare promozioni o attività di marketing che prevedano risultati immediati sull’investimento effettuato. Purtroppo non sempre è così e promozioni a spot non portano mai o quasi mai ai risultati sperati.
Ritornando all’elemento che contraddistingue Venezia per il 2017, sono stati presi d’esempio i mesi di novembre e ottobre. Novembre ha visto un aumento di ingressi del 9,20 percento mentre gli incassi flettono del 3,63 percento, mentre il mese di ottobre vi è stato un aumento di ingressi del 3,42 percento e, quasi la medesima percentuale in negativo (3,23 percento) ,è stata per gli incassi.
Prendendo invece i dati delle altre case da gioco, si è potuto notare che, nella maggior parte dei casi, a minori ingressi corrispondono minori incassi e a maggiori ingressi corrispondono maggiori incassi.
Il dato veneziano risulta invece , almeno nella seconda parte dell’anno, inversamente proporzionale. E questo andamento analizzato per un periodo di oltre 6 mesi , fa pensare che le promozioni messe in atto non hanno dato i frutti sperati e generando un abbassamento della capacità di spesa media per cliente come già evidenziato più sopra con i raffronti tra le case da gioco.
Ma se questo trend continua in maniera inversamente proporzionale c’è da preoccuparsi. Ciò sta a significare che le promozioni o le azioni rivolte all’incremento della clientela rimangono tali senza smuovere gli incassi derivanti appunto dal gioco.
Come ben sappiamo, gli unici introiti provengono esclusivamente dalla clientela che gioca e non dalla clientela che frequenta. Questi frequentatori occasionali, approdano alle sale da gioco quasi per caso o per promozioni parziali, gettano sul tavolo il gettone omaggio con la speranza che esca il numero desiderato. Analogo discorso vale per i ticket non convertibili per le slot nella speranza che esca una buona combinazione vincente.
Consideriamo pure che la crisi o comunque il mito del casinò è in una fase calante, ma è anche vero che per mantenere gli incassi o incrementarli sono necessarie azioni mirate che coinvolgano in modo convincente il cliente già acquisito e altre azioni di grande impatto che possano destare quell’attrazione ai giochi dl casinò da parte di nuova clientela.
Ecco entrare in campo il marketing. La parola marketing può significare tutto e niente. Nel caso specifico dei casinò questa attività è diventata, proprio nel periodo buio, quasi fondamentale per mantenere o incrementare (seppur di poco) gli incassi di un’attività peculiare come quella dell’azzardo legalizzato.
Nessuno vuole dare lezioni in tal senso perché ogni realtà conosce bene sia la propria clientela e sia il bacino d’utenza di riferimento, ma omai è evidente questa attività trasversale risulta fondamentale per un recupero, un mantenimento e un incremento di quella clientela di gioco che può contribuire a ottenere una situazione più serena in termini di incassi. Proprio queste azioni hanno necessità di trovare dei budget adeguati e da parte delle aziende avere la consapevolezza che su investimenti rivolti al cliente giocatore non si può lesinare perchè il casinò vive solo di incassi e non di soli ingressi.
L'AUTORE - Claudio Bonamano è stato quadro aziendale del Casinò di Venezia e segretario dello Snalc ed è un esperto di gaming.
 
 

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