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Dl Rilancio, casinò tra dubbi e attese

14 maggio 2020 - 10:02

Il decreto Rilancio contiene alcune misure che interessano anche i casinò, ma resta qualche dubbio e soprattutto l'incertezza sui tempi di riapertura.

Scritto da Anna Maria Rengo
Dl Rilancio, casinò tra dubbi e attese

Via libera da parte del consiglio dei ministri, ieri 13 maggio, al decreto Rilancio, con il quale si stanziano 55 miliardi per sostenere imprese, lavoratori, famiglie e sistema sanitario, tutti messi a durissima prova dalla perdurante emergenza Covid-19.

E se il settore del gioco guarda con forte preoccupazione all'ulteriore balzello della tassazione sulle scommesse sportive, così da finanziare il fondo salvasport, anche i casinò e i loro territori di riferimento hanno motivo di proccuparsi. Sicuramente la delusione maggiore è per i cittadini campionesi, dal momento che le disposizioni in materia di imposte dirette e di accise, inserite in una prima bozza circolata, sono state poi depennate. Secondo quanto appreso da Gioconews.it, non c'è però motivo di essere delusi, semmai ce n'è per attendere, visto che le problematiche campionesi sono ben note all'esecutivo, ed è dunque probabile che queste norme vengano inserite nuovamente nel corso dell'iter parlamentare per la conversione in legge del decreto.

Quanto ai casinò, come tutte le location di gioco sono chiusi dall'8 marzo 2020 e tutti hanno fatto domanda per avere accesso alla cassa integrazione straordinaria prevista dal decreto Cura Italia. La stessa ha però una durata massima di nove settimane. Con il Dl Rilancio questo periodo, certamente insufficiente a fronteggiare le necessità dei casinò, si prevede che la Cigs abbia “una durata massima di nove settimane per periodi decorrenti dal 23 febbraio 2020 al 31 agosto 2020, incrementate di ulteriori cinque settimane nel medesimo periodo per i soli datori di lavoro che abbiamo interamente fruito il periodo precedentemente concesso. È altresì riconosciuto un eventuale ulteriore periodo di durata massima di quattro settimane di trattamento di cui al presente comma per periodi decorrenti dal 1 settembre 2020 al 31 ottobre 2020". Questo saignifica che i casinò potranno usufruire, in questo momento di chiusura, in totale di quattordici settimane di Cigs, mentre le ultime quattro, quando sperabilmente saranno aperti, saranno disponibili solo dal 1° settembre 2020 al 31 ottobre. Ovviamente, alla luce del fatto che non c'è alcuna data certa sulla loro riapertura, e che è fortemente probabile che il livello di business, soprattutto nelle prime fasi di riavvio, sarà minore dell'abituale e forse ci sarà bisogno di meno dipendenti in servizio, c'è da chiedersi se queste settimane saranno sufficienti e se ci potranno essere strumenti europei per sostenere le loro aziende, ovviamente che il tessuto imprenditoriale italiano nel suo complesso.

GLI ALTRI ARTICOLI - Tra gli altri articoli del Dl Rilancio che potrebbero venire in aiuto dei casinò e delle loro società di gestione c'è il 45-bis, recante Misure a favore degli aumenti di capitale, come pure il 52, con il quale si istituisce, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, il Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività d’impresa, con una dotazione di 100 milioni di euro per l’anno 2020. Esso "è finalizzato al salvataggio e alla ristrutturazione di imprese titolari di marchi storici di interesse nazionale iscritte nel registro di cui all’art. 185-bis del decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, e delle società di capitali, aventi un numero di dipendenti non inferiore a 250, che si trovino in uno stato di difficoltà economico-finanziaria".
Potrebbe interessare i casinò anche l'articolo 65, recante "Aiuti sotto forma di sovvenzioni per il pagamento dei salari dei dipendenti per evitare i licenziamenti durante la pandemia di Covid-19". Ecco prevede che "Le Regioni, le Provincie autonome, anche promuovendo eventuali azioni di coordinamento in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, gli altri enti territoriali, le Camere di commercio possono adottare misure di aiuto, a valere sulle proprie risorse", al fine di "contribuire ai costi salariali, ivi comprese le quote contributive e assistenziali, delle imprese, compresi i lavoratori autonomi, e sono destinati ad evitare i licenziamenti durante la pandemia di Covid‐19".

LA RIAPERTURA - Intanto, i casinò, come il settore del gioco nella sua interezza, attende il provvedimento governativo con cui, al massimo entro domenica, si stabilirà quali sono le ulteriori attività che potranno riaprire, e quali saranno i margini che saranno concessi alla Regioni per aprire, o chiudere, in deroga alle disposizioni nazionali.
Per i giochi, dunque anche per i casinò, la data che potrebbe sembrare realistica è quella del primo giugno, in concomitanza con la riapertura dei confini regionali quanto a spostamenti. Certamente, per i casinò l'accoppiata avrebbe senso, visto che non si rivolgono nello specifico a una clientela locale, e che quindi sarebbe difficilmente sostenibile riaprire se non fosse consentito ai residenti di fuori regione di visitare le sale. A sciogliere questi nodi sarà tuttavia il premier Conte.

 

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