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CdC Aosta: 'Casinò St. Vincent, le ragioni del sequestro conservativo'

07 marzo 2018 - 12:16

Nel ricorso per sequestro conservativo la Procura di Aosta della Corte di Conti evidenzia le necessità che hanno portato all'azione nei confronti dei consiglieri regionali.

Scritto da Anna Maria Rengo
CdC Aosta: 'Casinò St. Vincent, le ragioni del sequestro conservativo'

La Procura regionale della Corte dei Conti reputa "sussistere un danno erariale di 139.965.096 euro, connesso all'illecita assistenza finanziaria prestata alla Casino de la Vallèe Spa attraverso 4 erogazioni di liquidità, qualitativamente eterogenee, poste in essere nel segmento temporale compreso tra luglio 2012 e dicembre 2015". Lo si legge nel ricorso per sequestro conservativo firmato dal procuratore regionale della Corte dei Conti Roberto Rizzi che è stato notificato ai 21 tra attuali ed ex consiglieri regionale (i convenuti in giudizio sono 22) e che Gioconews.it ha potuto visionare.
Secondo la Procura "la consistenza, estremamente elevata, del danno complessivamente ipotizzato e, per altro verso, la gravosità dell'onere in capo a ciascuno dei soggetti chiamati a risponderne (...) sono elememnti che inducono a dubitare del fatto che l'importo che i medesimo soggetti saranno condannati, eventualmente, a risarcire all'esito del processo, sarà realmente corrisposto all'Amministrazione regionale".

Ricorre inoltre il requisito del fumus boni juris in quanto, scrive la Procura, "gli elementi di valutazione offertti (...) mostrano che le reiterate iniziezioni di liquidità a beneficio della Casa da gioco, operate sotto l'accorta e determinante regia della giunta o del consiglio regionale, sono state poste in essere disattendendo numerosi imperativi precetti che governano l'azione amministrativa nel delicato ambito dei rapporti patrimoniali tra l'ente pubblico e le società dal medesimo partecipate".
Inoltre la Procura "ha il fondato timore che, nelle more della celebrazione del processo, possa andare perduta o grandemente assottigliata la garanzia del credito erariale. Reputa, cioè, che i compendi patrimoniali dei beni presenti e futuri (...) potrebbero, nel frattempo, subire delle modifiche peggiorative in grado di compromettere la solvibilità futura".

 

 

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