skin

Il difficile rilancio dei casinò italiani e il 'modello' San Marino

15 luglio 2022 - 08:54

L'esperto Mauro Natta analizza la situazione delle case di gioco italiane, tra Saint-Vincent e Venezia, e suggerisce azioni di rilancio.

Scritto da Mauro Natta

 

Sfogliando la rivista Gioco News di luglio e agosto, nella sezione dedicata ai casinò - a parte la considerazione sul ritorno alla normalità - ho letto con interesse alcune frasi, le seguenti in ordine di comparizione nell'articolo.

"Un aspetto che comporta la messa in campo di tutte le buone pratiche di cortesia e di disponibilità da parte del personale nell'accogliere (...) con tutto ciò che ne consegue in termini di assistenza che il management delle case da gioco, seppure sia decisamente provato (...) si concentri per avviare un rilancio dell'attività dei casinò in cui lavorano".

"Credo che sia essenziale presentare, soprattutto alla nuova clientela una immagine della Casa da gioco che finalmente esca dagli schemi del passato, non certo per quanto riguarda l'offerta che è assolutamente a livello di eccellenza, quanto per tutto ciò che può rappresentare un complemento a esso".

E ancora: "Las Vegas docet" che, personalmente cambierei con San Marino docet, cioè i Giochi del Titano.

Ultimamente sono stato in ferie sull'Adriatico e ho approfittato per visitare il "casinò" di San Marino: un'azienda che ogni mese registra un incremento degli introiti e, contemporaneamente, delle nuove presenze. Chiaramente si tratta di una struttura costruita sulla base del bacino di utenza naturale, su un'offerta diversificata negli orari, e con una cura che mi permetto di definire quasi "maniacale", dei servizi alla clientela.

Sono stato ampiamente soddisfatto dalle ampie notizie sul trend attuale e previsto del futuro prossimo, ho potuto constatare de visu che ogni addetto ha una particolare attenzione per la clientela alla quale sono offerti servizi di eccellente qualità in qualunque zona si trovi. La prima attenzione è sempre per il cliente e tutti mi sono apparsi motivati in questa direzione comportamentale.
Mi permetto di contraddire l'affermazione: "non certo per quanto riguarda l'offerta che è assolutamente a livello di eccellenza, quanto per tutto ciò che può rappresentare un complemento a esso".

Gli ultimi dati disponibili che vale la pena analizzare sono quelli del 2021.

A questo punto desidero sbilanciarmi in una considerazione. Premetto che non sono a conoscenza di quanti giorni abbiano lavorato i casinò citati, che conosca perfettamente l'esistenza di due sedi per Venezia e, a quanto mi risulta, quella di Ca' Vendramin non era sempre operante ma solo nei fine settimana.

A questo punto mi pare di poter annotare che a Venezia, e nella specie a Ca' Vendramin, lo Chemin de fer abbia trovato, pur con la presenza di un competitor rilevante quale il Punto banco, diversi frequentatori anche tenuto presente la categorica presenza al tavolo nel primo gioco, cosa che non avviene nel secondo. Non va sottaciuto e ammesso che la cagnotte, molto probabilmente, corre su più banchi vincenti nel punto banco.

Sicuramente i tempi sono cambiati, le disponibilità economiche idem e il tentativo di impegnarsi in un rilancio si fa probabilmente più impegnativo per cui ai bilanci e agli investimenti mirati può rappresentare una difficoltà oggettiva. Chiudo facendo i migliori auguri per una casa da gioco che mi ha visto impegnato per quarant'anni.

Articoli correlati