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Scompare Eugenio Scalfari, 98 anni e ricordi al casinò di Sanremo

14 luglio 2022 - 13:02

Figlio di un direttore artistico del casinò ligure, il grande giornalista ha una storia che si intreccia con quella della Città dei fiori.

Scritto da Dd

Eugenio Scalfari, morto stanotte, 14 luglio 2022, all'età di 98 anni, era molto legato alla Città dei fiori e al suo casinò. Nato il 6 aprile 1924 a Civitavecchia da genitori calabresi, da ragazzo si trasferì con la famiglia a Sanremo seguendo il lavoro del padre, Pietro, avvocato di Vibo Valentia, chiamato a ricoprire il ruolo di direttore artistico del Casinò. "Affascinante e infingardo, colto e strano", ha scritto Eugenio Scalfari del padre nel suo "Racconto autobiografico", pubblicato nel 2017. Lo ricordava come "molto vitale e molto impetuoso, gioioso e audace", ma anche giocatore, spesso perdente, seducente e seduttore.

E fu il padre, appunto a "trascinare" il giovane Eugenio nella città ligure, dove Scalfari frequenta il liceo Gian Domenico Cassini, compagno di banco del celebre scrittore Italo Calvino, e inizia a scrivere su alcune riviste fasciste (cosa molto comune per l'epoca). Nei primi anni '50 inizia a collaborare con il Mondo di Mario Pannunzio e con l'Europeo di Arrigo Benedetti, arrivando quindi nel '55, proprio con quest'ultimo, a fondare L'Espresso, prima di lanciarsi nella sua avventua più celebre, con il quotidiano "La Repubblica", fondato nel 1976.

Di Sanremo disse che "è una città viva, elegante, dove venivano a svernare soprattutto i piemontesi, ma c'erano ancora turisti inglesi e dei paesi del nord". Per motivi di lavoro i suoi rapporti con la città si erano allentati, ma nell'ultimo periodo non aveva nascosto la voglia di ritornare a visitare i luoghi della sua gioventù. "A Sanremo sono tornato solo un paio di volte", disse, "una per presentare un mio libro al teatro del Casinò. Adesso voglio rivedere il liceo, ritrovare le strade, corso Garibaldi, via Roma".

Su Repubblica, oggi, 14 luglio, Francesco Merlo ricorda l'ex direttore del giornale e parlando de "lo scalfarismo", un mix di stile (di giornalismo e di vita) lo spiega come "la contaminazione dei generi che aveva ereditato dal padre e dal suo casinò di Sanremo, lo scopone scientifico e Pietro Mascagni, Benedetto Croce e lo smoking bianco, Italo Calvino e lo smoking nero".

Uno strano parallelo, forse, quello tra giornalismo e mondo del gioco, che tuttavia porta in sé la dimensione dell'uomo Eugenio Scalfari, che ha saputo incarnare la figura del grande giornalista, direttore di giornale, affiancando in sé anche quella del grande manager.

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