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Vendita beni no-core Casinò St. Vincent, asta ancora deserta

11 maggio 2022 - 10:01

Andata deserta anche la seconda asta per la vendita di alcuni beni no-core del Saint Vincent Resort & Casino.

Nonostante il ribasso dei prezzi, è andata deserta anche la seconda asta dei 25 immobili considerati no-core del Casinò di Saint-Vincent per i quali il Consiglio Valle aveva votato la dismissione nel marzo del 2019.

La prima asta era andata deserta il 18 febbraio e nonostante il prezo complessivo dei beni fosse stato portato da 4 milioni 637mila a 3 milioni 477mila euro anche quella di oggi, mercoledì 11 maggio, ha avuto lo stesso esito.

Tra i beni che il Casinò vorrebbe vendere ci sono l'ex complesso dell'Hotel du parc con due autorimesse (792.180 euro), il fabbricato dell'ex Hotel Bon Souvenir di viale Piemonte (428.552 euro) ma anche la Casa del sole, con ristorante, alloggi e uffici, e poi una serie di altri fabbricati, abitazioni e terreni, agricoli o in zona edificabile. Il termine per la presentazione delle offerte è il 10 maggio, a mezzogiorno.

La vendita giudiziaria si svolge nell'ambito della procedura di concordato che ha scongiurato il rischio fallimento per la casa da gioco valdostana.

"Dopo questa seconda asta deserta - commenta l'amministratore unico del Casinò, Rodolfo Buat - in teoria dovrebbe essercene una terza, ma ora valutaremo tempi e modalità della stessa. Non possiamo infatti continuare a fare aste che vanno deserte o avere un abbassamento eccessivo del prezzo".

Vi aspettavate che sarebbe andata deserta?

"In parte sì, in quanto nel comune di Saint Vincent, come in molti altri italiani, l'offerta di immobili eccede la domanda e questo non agevola le operazioni. Ora ci prendiamo un momento di riflessione".

Buat spiega inoltre la ratio della comunicazione ai dipendenti sull'esodo volontario incentivato: "Si tratta di un sondaggio per capire se c'è un interesse da parte di alcuni laovratori a lasciare l'azienda, favorendo in tale modo una ulteriore riduzione di personale utile al successo del piano industriale o anche semplicemente un cambiamento professionale. L'aspettativa dell'azienda è che questo piano possa avere una ricaduta per qualche decina di persone e non di più, dunque molto contenuta".

 

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