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Casinò, la lunga attesa del riordino

05 maggio 2022 - 08:11

Nonostante i ripetuti solleciti della Corte costituzionale, i casinò attendono ancora una legge che li riguardi.

Scritto da Mauro Natta

Che il riordino del gioco non sia più rimandabile mi pare, per quanto segua la vicenda, una giusta considerazione. Che l’altro gioco, quello nei casinò, dopo il tanto tempo trascorso dagli inviti della Corte costituzionale al Parlamento a legiferare in materia, stia ancora aspettando, mi pare una considerazione analoga.

È noto che nei casinò non si entra se non maggiorenni esibendo un documento di identità, lo è altrettanto il fatto che la famiglia può inibire l’accesso a chi soffre di ludopatia comunicandolo alla direzione della casa da gioco.
Ho rinvenuto, tra le tantissime scartoffie che man mano sfoltisco, un progetto di legge sulle case da gioco, il n. 1185 della 16° legislatura.

È composto da dieci articoli e di un allegato nel quale sono elencate le zone ove è possibile situare una casa da gioco.
Gli articoli, che non sto logicamente a riportare, trattano di: finalità della legge, istituzione di nuove case da gioco, costituzione e gestione, capitolato generale, regolamento di attuazione, (ripartizione dei) proventi derivanti dalla pratica del gioco d’azzardo, direzione centrale per il controllo delle case da gioco e nucleo speciale di polizia, case da gioco in attività, disposizioni comuni e sanzioni amministrative.
Assolutamente non mi permetto di giudicare se è o no completo e tanto meno se è aggiornato alle disposizioni in vigore; rammento che all’epoca, inizio degli anni ‘90, nelle relazioni introduttive si faceva cenno al turismo e al numero delle case da gioco oltre i nostri confini.

Qualche progetto e/o disegno di legge trattava dei casinò sulle navi da crociera.
Trovo interessante l’art.2, comma 2 dove recita “l’autorizzazione di cui al comma 1 è rilasciata previa valutazione dei seguenti requisiti: a) il potenziale turistico del comune richiedente, b) la capacità ricettiva e la qualità delle strutture alberghiere a ciò dedicate, c) la presenza di strutture idonee ad ospitare la casa da gioco, d) una tradizione nel setto testimoniata dall’aver ospitato nel passato case da gioco o strutture analoghe”.
Aggiungerei, così come lo avevo fatto allora, al punto c): di proprietà pubblica in relazione al contratto di concessione.

 

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