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Casinò Campione, verso riapertura entro 2021 e con 174 dipendenti

15 giugno 2021 - 14:23

Ecco gli scenari previsti dopo il l'ammissione del piano di concordato in continuità del Casinò Campione d'Italia.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò Campione, verso riapertura entro 2021 e con 174 dipendenti

Con la riapertura del Casinò di Campione d'Italia, che "storicamente rappresenta la principale attività economica del territorio campionese", ci si pone "l’obiettivo di fondare una ripresa e rivitalizzazione generale del tessuto economico e sociale locale, che dal momento in cui è cessata l'attività della casa da gioco si trova in grave difficoltà e sofferenza".

Lo si sottolinea in una nota della società di consulenza Vitale-Zane & Co., facente parte della squadra di professionisti guidata dall'amministratore unico del Casinò Campione d'Italia Marco Ambrosini che, assieme alla società di gestione, hanno redatto il progetto di riapertura della Casa da gioco valutato positivamente dai giudici del tribunale di Como Ambrogio Ceron, Marco Mancini e Annamaria Gigli, che hanno ammesso ha infatti ammesso la domanda e il piano di concordato in continuità del Casinò depositati il 19 aprile. In particolare, Vitale-Zane & Co. ha curato la predisposizione del piano industriale e finanziario; lo studio legale internazionale Dla Piper ha assistito la società Casinò di Campione Spa nella predisposizione della proposta concordataria, con un team multidisciplinare coordinato dal partner Ugo Calò, head of financial services sector, per gli aspetti di strutturazione dell’operazione, corporate e finanziaria, e dal partner Alberto Angeloni, coadiuvato dall’avvocato Raffaele Buono e da Andrea Garofalo e Filippo Morini, per gli aspetti di diritto concorsuale, civile e societario, e con il supporto dei dipartimenti Employment e Tax per le analisi sottostanti alla redazione della proposta concordataria; lo Studio Zezza gli aspetti contabili e fiscali.

I DETTAGLI DEL PIANO - Il piano è basato su una radicale discontinuità strategica, di governance e gestionale rispetto al passato, dove assume un ruolo centrale un rinnovato rapporto con il socio Comune, improntato su equilibrio e reciproca sostenibilità (considerando che l’impatto del contributo corrisposto al Comune negli anni è stato determinante nel causare lo squilibrio economico e finanziario della Società).

Un altro fondamentale elemento del piano di concordato è costituito da una maggiore flessibilità organizzativa e ridimensionamento dell’organico e relativo costo, collocandosi su livelli coerenti con l’andamento del mercato e confrontabili con quelli dei casinò svizzeri limitrofi di Lugano e Mendrisio.

La Società prevede di riaprire la casa da gioco entro fine anno, Covid permettendo, attraverso la riassunzione iniziale di 174 dipendenti, i quali potranno aumentare negli anni successivi in base all’andamento dei volumi di attività.

Le linee guida del piano pongono poi l’accento sull’introduzione di nuove procedure e funzioni di controllo interno, prevedendo l’implementazione di un adeguato sistema di controllo, analisi e gestione dei rischi.

È inoltre prevista l’esternalizzazione a operatori professionali delle funzioni non core, tra cui ristorazione, gestione degli eventi e marketing.

IL RIMBORSO DEI DEBITI - Sotto il profilo del debito il piano prevede di rimborsare nell’arco di cinque anni al 100 percento i creditori privilegiati e al 60 percento i creditori chirografari. A questi ultimi verrà inoltre attribuito un diritto (della durata di dieci anni) a poter percepire eventuali ulteriori somme, compatibilmente con la cassa generata dalla Società, fino ad un rimborso del 100 percento.

TRE ANNI DI CHIUSURA - La chiusura del Casinò, ricorda la società di consulenza, risale al 27 luglio 2018 quando la Società, che era ad un passo dal perfezionare con i creditori un accordo di ristrutturazione dei debiti (secondo le previsioni dell’articolo art. 182-bis della legge fallimentare), è stata dichiarata fallita per la mancata adesione da parte del commissario straordinario del Comune di Campione Angela Pagano, nominato a seguito del dissesto finanziario del Comune stesso.
 
Nei mesi successivi i curatori nominati dal Tribunale hanno avviato la procedura di licenziamento collettivo interrompendo i rapporti di lavoro con tutti i 482 dipendenti del Casinò (oltre 270 dei quali hanno impugnato il licenziamento).
 
A marzo 2019, a seguito di reclamo da parte della stessa Società, Comune e Banca Popolare di Sondrio (tra i principali creditori del Casinò), la Corte d’Appello di Milano aveva dichiarato la nullità del fallimento per un vizio procedurale. Ad aprile 2019 Banca Popolare di Sondrio ha però impugnato la sentenza della Corte d’Appello di Milano, attraverso ricorso in Cassazione sostenendo la tesi della non fallibilità del Casinò in quanto società a partecipazione pubblica.
 
A dicembre 2020 la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di Banca Popolare di Sondrio, la Società è quindi tornata in bonis e ha potuto presentare la domanda di concordato in continuità.
 
"La presentazione del piano di concordato  - sottolinea Vitale-Zane & Co. - è stata resa possibile anche grazie alla fondamentale risposta e partecipazione degli ex dipendenti". Nei giorni immediatamente precedenti il deposito la Società ha "infatti organizzato a tempo di record la sottoscrizione di sei diverse tipologie di accordi differenziati per gli ex lavoratori (a seconda che fossero impugnanti o meno il licenziamento e che fossero disponibili o meno all’assunzione)", ottenendo l’80 percento delle adesioni.
 

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