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Casinò e Covid, convivenza difficile

27 febbraio 2021 - 07:21

I casinò italiani duramente colpiti dal Covid-19, la sostenibilità aziendale diventa sempre più difficile.

Scritto da Marco Fiore
Casinò e Covid, convivenza difficile

Dobbiamo registrare con profondo rammarico il permanere di una difficile situazione per i casinò italiani che stanno affrontando un periodo di chiusura che sta diventando sempre più lungo e problematico da sostenere. Proprio ieri, venerdì, è stata inoltre diffusa la bozza del nuovo Dpcm, con il quale si proroga la chiusura fino al 6 aprile.

Non possiamo esimerci dal sottolineare, allo stesso tempo, che la decisione di disporre la chiusura delle case da gioco è al momento limitata al Vecchio Continente. Mentre l’Europa che con drammaticità sta combattendo una pandemia che non pare evidenziare tregua nell’aggressione della popolazione, in America e in Asia, pensiamo con tutte le prescrizioni di sicurezza del caso, il business del gioco d’azzardo continua ad operare.

Non solo, anche il Principato di Monaco, salvo il primo periodo di duro lockdown di inizio 2020, ha optato per la prosecuzione delle attività di gioco, seppure prevedendo limitazioni del nastro orario di apertura delle sale e con il massimo rispetto delle regole sul distanziamento. Anche gli alberghi sono aperti, ma siamo certi che non registreranno grandi afflussi di stranieri vista la difficoltà di viaggiare tra continenti, con la conseguenza che sicuramente all’appello. Annoveriamo inevitabilmente tra gli assenti anche gli italiani. Qualche riflessione è d’obbligo.

America e Asia, con qualche distinguo in particolare per le nazioni asiatiche, sono comunque colpite dalla pandemia, ma ciononostante i Casinò sono rimasti aperti. La ragione di questa decisione risiede a nostro parere nel fatto che le sale da gioco, per gli spazi che le caratterizzano, consentono di assicurare quel distanziamento sociale che resta la migliore forma di prevenzione rispetto al contagio. Con poche, seppure costose, installazioni si è potuto allo stesso modo tutelare i lavoratori. Non prendere in considerazione la possibilità di lasciare aperti i Casinò in Italia e in Europa, a nostro parere è stato un errore.

Gli assembramenti di clienti tanto frequenti nel passato sono purtroppo entrati a far parte dei ricordi e peraltro oggi gli afflussi possono essere agevolmente controllati e regolamentati. Vero è che, in caso di ipotetica riapertura dei Casinò italiani, il permanere del divieto di spostamento tra regioni di fatto rappresenterebbe una forte penalizzazione compromettendo la gestione delle attività di gioco in modo molto significativo, in particolare per la casa da gioco di Saint-Vincent che non può certamente pensare di operare contando sulla sola clientela residente. Per tornare alla cronaca, l’attuale situazione di stop perdurerà sino ai primi giorni del mese di marzo e la vera incognita è legata al come si potrà ripartire.

Difficile prevedere il cosiddetto “libera tutti” che seppure auspicato e auspicabile, forse arriverà nel momento in cui la campagna di vaccinazione raggiungerà traguardi importanti e quindi tra molti mesi, salvo intoppi. Uno scenario che non si presenta favorevole per le case da gioco italiane per le quali possiamo solo scongiurare l’adozione di ulteriori interventi di riduzione dei posti di lavoro da parte di chi le gestisce. In tempi di crisi e di gravi difficoltà economiche la logica sarebbe quella di investire, ma non è decisione facile da prendere in quanto nell’attuale situazione comporta un elevato livello di rischio. Certo è che se il Covid continuerà ad imporci la sua sgradita compagnia bisognerà pensare ad alcuni radicali cambiamenti. 

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