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Riciclaggio nei casinò, Dia: 'Legami di criminalità con Colombia'

24 febbraio 2021 - 09:52

La relazione semestrale della Dia evidenzia i legami della criminalità italiana con la Colombia, tuttora paese dove è forte il riciclaggio nei casinò.

Scritto da Amr
Riciclaggio nei casinò, Dia: 'Legami di criminalità con Colombia'

"La Colombia si inserisce, tuttora, fra i principali Paesi produttori di cocaina. Il consistente traffico illecito è realizzato parallelamente ad un complesso sistema di riciclaggio dei relativi proventi, attraverso transazioni immobiliari e operazioni effettuate nei casinò o mediante l’utilizzo delle criptovalute.

Le organizzazioni criminali italiane, specie la ’ndrangheta, si approvvigionano direttamente dai cartelli colombiani dei carichi di cocaina trasferiti lungo la rotta 'Cile-Ecuador-Venezuela-Brasile-Repubblica Dominicana', entrando in Europa dalla Spagna e dall’Olanda".

Lo si legge nella Relazione al Parlamento del ministro dell'Interno sull'attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione investivativa antimafia.

Un arco di tempo, sottolinea ancora la Dia spostando l'attenzione principalmente su quanto è accaduto nel nostro Paese, che "è stato caratterizzato dall’emergenza sanitaria Covid–19, un evento di portata globale non ancora superato, che ha avuto un impatto notevole con effetti devastanti sul piano sia della salute delle persone, sia della tenuta del sistema economico. La straordinaria situazione ha imposto, a tutti i livelli istituzionali, la necessità di monitorare l’evoluzione degli accadimenti nella consapevolezza che il processo di superamento dell’emergenza, se non adeguatamente gestito, può rappresentare un’ulteriore opportunità di espansione dell’economia criminale".

Ovviamente questa considerazione vale anche per il gioco, chiuso ormai da fine ottobre, con un secondo lockdown che segue quello della primavera 2020.
"L’analisi dell’andamento della delittuosità riferita al periodo del lockdown - prosegue ancora la Dia - ha mostrato che le organizzazioni mafiose, a conferma di quanto previsto, si sono mosse con una strategia tesa a consolidare il controllo del territorio, ritenuto elemento fondamentale per la loro stessa sopravvivenza e condizione imprescindibile per qualsiasi strategia criminale di accumulo di ricchezza. Controllo del territorio e disponibilità di liquidità che potrebbero rivelarsi finalizzati ad incrementare il consenso sociale anche attraverso forme di assistenzialismo a privati e imprese in difficoltà. Si prospetta di conseguenza il rischio che le attività imprenditoriali medio-piccole (ossia quel reticolo sociale e commerciale su cui si regge principalmente l’economia del sistema nazionale) vengano fagocitate nel medio tempo dalla criminalità, diventando strumento per riciclare e reimpiegare capitali illeciti".

Come di consueto, la relazione ripercorre tutte le operazioni condotte nel primo semestre, anche e non solo in materia di gioco, e delinea le "linee evolutive" della criminalità organizzata, sottolineando che "dall’esame dei dati relativi a tutto il territorio nazionale si rileva, in particolare, che il numero di soggetti denunciati per associazione di tipo mafioso, nel primo semestre 2020, risulta sostanzialmente in linea con i precedenti a riprova di una capacità delinquenziale mai sopita".

Il dato che maggiormente colpisce è "l’aggravante del metodo mafioso. Qui il numero di denunciati, nei primi sei mesi dell’anno, è sostanzialmente il doppio rispetto agli analoghi periodi precedenti. Questo dato assume un significato ulteriore se letto congiuntamente con le “attività criminali di secondo livello” (terza area), dove si registra un aumento dei casi di riciclaggio e reimpiego di denaro e di corruzione, con un numero dei deferiti, per trasferimento fraudolento dei valori, in linea con i semestri precedenti".
È "la riprova" che il lockdown, se da una lato ha determinato una contrazione delle “attività criminali di primo livello” necessariamente condizionate da una minore mobilità sul territorio, dall’altro "ha rappresentato l’ennesima occasione per le consorterie criminali di sfruttare la situazione per espandersi nei circuiti dell’economia legale e negli apparati della Pubblica Amministrazione".

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