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Casinò, dall'analisi della domanda a nuove politiche produttive

04 gennaio 2021 - 08:34

La politica produttiva dei casinò deve basarsi sull'analisi della domanda, anche partendo dai dati del 2020.

Scritto da Mauro Natta

Un calo nei ricavi da tavoli e slot del 50 percento e uno simile nelle presenze potrebbe aver suggerito qualche idea di ordine gestionale.

Mi spiego meglio nel senso che la domanda in questo anno passato dovrebbe, molto probabilmente, indirizzare l’offerta e, quindi, la politica produttiva.

Come sostengo in ogni occasione, la ricerca di quanto dei ricavi sia attribuibile alle slot e quanto ai giochi lavorati è la prima da effettuarsi. L’incidenza che ne risulta indica con una discreta approssimazione la possibilità economica delle frequentazioni che, pur ammettendone il carattere statistico, può essere integrato col rapporto introito/presenze.

Detto rapporto va replicato per ogni singolo gioco da tavolo praticato allo scopo di ottenere un dato di partenza atto ad intavolare il ragionamento successivo: lo studio dell’offerta che può essere adeguatamente allargato a prodotti nuovi reperibili sullo specifico mercato e diversificato.

Nel caso sia reperibile, e sicuramente è così, l’elemento che scaturisce da un conteggio relativo al raffronto tra ore tavolo ed introito complessivo, cioè compresi i proventi aleatori a beneficio della gestione, si ottiene un quadro completo e quasi esaustivo della situazione pregressa.

Mi permetto di aggiungere che se i ricavi sono stati effettivi, ovvero non risultano crediti di gioco relativi al periodo in parola, la ricerca di quanto è utile allo scopo è terminata.

Ora non rimane altro che procedere alla disamina di tutto quanto abbiamo innanzi onde iniziare con cognizione di causa ad intavolare un discorso in tema di politica produttiva. In questa operazione che forse maggiormente rileva prima di affrontare la problematica costi possibili devono intervenire le migliori professionalità a disposizione.

Chiaramente trattasi di quello di cui sono profondamente convinto; non intendo minimamente affermare che sia l’unico modus operandi. Sono anche certo che la messa in opera della politica produttiva, in qualunque modo la si determini, non può coniugarsi se non con la possibilità di movimento delle persone che solo la zona gialla condivisa potrà permettere.

 

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