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Saint Vincent: nuova tappa in Corte dei Conti, revocato fondo Restano

14 novembre 2020 - 09:21

La Corte dei conti dichiara inefficace l'atto notarile con cui il consigliere regionale Claudio Restano aveva assoggettato alcuni immobili a fondo patrimoniale.

Scritto da Vincenzo Giacometti

 

Nuovo atto in Corte dei Conti sulla vicenda relativa al processo d'appello sul finanziamento da 140 milioni di euro al Casinò di Saint Vincent tra il 2012 e il 2015. Dopo la discussione dello scorso 14 ottobre dell'appello contro la sentenza di condanna per i 18 consiglieri regionali, ad alcuni dei quali erano stati anche sequestrati i beni personali, arrivano nuove pronunce.  Tra  queste, quella relativa alla revoca del fondo di Claudio Restano, istituito attraverso un atto notarile. Mentre rimane l'attesa generale per il verdetto che dovrà arrivare dalla stessa Corte sul caso generale.


La Corte ha infatti dichiarato inefficace l'atto notarile con cui il consigliere regionale Claudio Restano aveva assoggettato alcuni immobili a fondo patrimoniale (destinandoli cioè ai bisogni della famiglia) insieme all'ex coniuge, lo scorso 22 febbraio 2017. Si tratta in particolare di un'abitazione, della quota del 50 percento di un bed and breakfast e di alcuni terreni, tutti a Valpelline.

Per i giudici della seconda sezione giurisdizionale centrale d'appello, che hanno ribaltato il giudizio di primo grado, "è provato che alla costituzione del fondo patrimoniale si è provveduto soltanto all'indomani della diffusione della notizia relativa alle indagini in corso" ed è "altamente probabile che il debitore abbia agito nella piena consapevolezza di sottrarre i beni alla garanzia del credito patrimoniale in via di accertamento". Inoltre "la sola circostanza che il disponente fosse separato dalla moglie sin dal 2015 non prova alcunché in relazione all'opportunità di provvedere ai bisogni dei figli della coppia". I giudici della sezione giurisdizionale della Valle d'Aosta avevano ritenuto sufficiente la polizza assicurativa stipulata per rischi professionali con massimale da 2,5 milioni di euro, a fronte di una condanna in primo grado a 807 mila euro. L'assicurazione prevede una garanzia per la colpa grave ma è "del tutto inutile" in caso di condanna in appello per dolo, scrivono invece magistrati di secondo grado.

Quello discusso ora e relativo al consigliere Restano risulta il quarto dei cinque appelli proposti dal procuratore regionale della Valle D'Aosta, Massimiliano Atelli, sulle revocatorie degli atti di disposizione dei rispettivi patrimoni compiuti dai protagonisti del giudizio principale sulla vicenda Casinò.

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