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Covid-19, Fipe a Governo: 'Si adottino misure per i pubblici esercizi'

26 febbraio 2020 - 10:31

Il presidente della Fipe scrive al Governo e sollecita un intervento a favore dei pubblici esercizi: il coronavirus sta danneggiando le attività, compresi i casinò.

Scritto da Anna Maria Rengo
Covid-19, Fipe a Governo: 'Si adottino misure per i pubblici esercizi'

L'emergenza coronavirus che ha colpito soprattutto il nord d'Italia e che ha per esempio portato alla chiusura del Casinò di Venezia, fino al 1° marzo, preoccupa fortemente la Federazione pubblici esercizi italiani aderente alla Confcommercio, del cui consiglio direttivo fa parte anche il presidente di Federgioco, Maurizio Salvalaio. In una lettera al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, il presidente della Fipe, Lino Enrico Stoppani, chiede al Governo "la messa in stato di crisi del settore e interventi tempestivi ed efficaci, che possano aiutare le imprese a sostenere l’impatto derivante dal 'Coronavirus'".

Tra le possibili linee di intervento proposte, la "sospensione dei contributi e premi come già avvenuto in precedenza in occasione di eventi e calamità naturali", la "previsione di fondo di contribuzione per i titolari di pubblico esercizio, come ad esempio bar, pub, ristoranti, locali da ballo etc., interessati dall’obbligo di sospensione dell’attività (l’entità potrebbe essere stabilita, ad esempio, secondo quanto avvenuto in occasione di eventi straordinari come terremoti, alluvioni ecc.)" e "l'estensione delle previsioni delle causali del Fondo Integrazioni Salariali alle imprese non ricomprese e previsione della cassa in deroga anche per tutte le causali che non sono ricomprese in quelle già previste per il Fondo Integrazione Salariale, sia riferite alle zone direttamente coinvolte ed interessate da provvedimenti e misure di contenimento, sia indirettamente al settore dei pubblici esercizi in conseguenza della riduzione dei flussi turistici e della forte contrazione della domanda interna".

In premessa, Stoppani sottolinea che "le misure di sicurezza imposte dalla necessità di arginare il contagio, rispettate dalla categoria con senso di responsabilità, aggravate da una comunicazione non sempre coordinata e per molti versi allarmistica, che ha generato un effetto psicosi fra i consumatori, stanno producendo risultati devastanti su un comparto cruciale per la nostra economia e per l’attrattività turistica.

Anche se al momento è prematuro elaborare valutazioni puntuali, nel nostro settore, stimiamo nei primi 4 mesi del 2020 una perdita di circa 2 miliardi di euro di fatturato, con rischi occupazionali per circa 20.000 unità. Purtroppo, gli effetti devastanti sono avvertiti non solo nelle cosiddette zone a rischio, sottoposte ai più stretti controlli ma, a causa 'dell’effetto psicosi', si riversano sull’intero territorio nazionale. Il combinato disposto della contrazione dei flussi turistici e il crollo della domanda interna di consumi fuori casa, sta determinando una riduzione fino al 70/80 percento del fatturato dei pubblici esercizi. A questo si aggiunge l’impossibilità assoluta di operare per alcune tipologie di imprese, come i locali di intrattenimento, allo stato attuale in Lombardia, Piemonte e Veneto o l’operatività ridotta per altre tipologie di esercizi".

 

 

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