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Casinò Campione, i mille interrogativi sul 'come' riaprire

16 febbraio 2019 - 07:36

Nel procedere all'auspicata riapertura del Casinò Campione d'Italia sono numerose le problematiche che devono essere affrontate.

Scritto da Mauro Natta

Non pare semplice dar corso alla riapertura del Casinò di Campione d’Italia; non si può pensare lontanamente che non riapra, piuttosto al come.
Sarà una gestione a capitale pubblico o a capitale privato?
La particolare natura giuridica delle entrate derivanti dai giochi potrebbe influenzare la scelta?
Con i chiari di luna - mi si permetta il termine - degli ultimi tempi si dovrà tener conto del costo del personale nella fissazione del quantum a favore della gestione?
Quanto sopra pare più possibile nel caso di gestione pubblica per le tante possibili implicazioni dovute al relativo controllo.
A proposito di controllo – bene inteso sulla regolarità del gioco e degli incassi – come si intende procedere a seconda dei casi ipotizzati?
La proprietà dell’immobile adibito a casa da gioco deve essere obbligatoriamente pubblica; come vengono regolati i rapporti economici, escluso quello sui proventi, con la gestione eventualmente privata?
La responsabilità, tanto per citarne una tra le tante possibili, del cambio assegni potrà prevedere una compartecipazione del concessionario?
Mi pare di aver proposto un elenco, benché minimo, delle problematiche che possono insorgere nell’affrontare il discorso della riapertura del Casinò di Campione.

L'ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO E LA PRODUZIONE - Una volta che il commissario avrà individuato la forma ecco che ritornano prepotentemente gli interrogativi riguardanti l’organizzazione del lavoro e della produzione; a questi – che come specificato non sono i soli – si dovrebbe rispondere unitamente al principale.
Non è una novità ma l’organizzazione deve essere orizzontale si da poter sveltire al massimo i contatti, affidata all’esperienza, alla professionalità e alla riconosciuta capacità.
A prescindere da quanto immediatamente precede non si può nascondere che si possa pensare solo alla riapertura senza affrontare la complessità degli argomenti che alla stessa sono collegati in modo indissolubile.
È presumibile che una quantità di dati statistici siano in possesso della passata gestione, quali, ad esempio, il mercato interno, il rapporto introito/presenze ed altro con attinenza alla produttività e alle esigenze effettive. Il tutto avrebbe necessità di essere integrato da una ricerca approfondita del mercato nazionale e alla individuazione di adeguare misure di marketing, anche se non si può negare che il migliore veicolo in materia sia il passa parola.
Sicuramente la conoscenza dell’evoluzione del mercato nazionale potrà fornire adeguate indicazioni mirate all’adeguamento dell’offerta alla domanda. La ricerca di eventuali giochi nuovi e la modifica, anche minima, ma tale da destare la curiosità di quelli in uso potrebbe ampliare le iniziative indispensabili nell’ottica del raggiungimento dello scopo per cui nel lontano 1933 fu autorizzato il Casinò.
Non mi rimane che concludere con l’augurio più sincero di una soluzione ottimale.

 

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