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Casinò, la complessità della gestione specie nei momenti di crisi

14 gennaio 2019 - 11:14

La gestione dei casinò è oltremodo complessa, soprattutto nei momenti di crisi come quelli che attanagliano St. Vincent e Campione.

Scritto da Mauro Natta

Un casinò si può definire come un immobile all’interno del quale è possibile giocare d’azzardo. Esistono decreti fin dal 1927 che istituiscono case da gioco in deroga agli articoli del codice penale dal 718 al 722.
Una impresa è una attività organizzata per la produzione di beni e servizi; nel caso in esame sono servizi che hanno la particolarità per cui ricorrervi non è obbligatorio.
In una impresa concorrono capitale e lavoro, anche in quella in discorso.
Come in tutte le imprese, quando gli affari vanno male, si deve ricorrere alla riduzione, alle volte drastica, dei costi; il più immediato è quello relativo al personale. Lo dimostrano gli avvenimenti di Campione con il licenziamento di tutti i dipendenti a seguito della dichiarazione di fallimento e di Saint Vincent: ove si cerca di evitarla, si tenta in primis, una operazione simile.

Sicuramente chi scrive non è esperto in diritto privato e/o nella legge fallimentare, ragion per cui non è in grado di scrivere se non delle casa da gioco in modo abbastanza comprensibile e, pensa, sufficiente.
La gestione può essere affidata ad una società a capitale privato come era Saint Vincent sino al 30 giugno del 1994, ad una società a capitale interamente pubblico come è dal 1° luglio del 1994 o ad una società mista ma non ne ho notizia.

LA NATURA GIURIDICA DELLE ENTRATE - Le entrate che, in ogni caso, sono a beneficio dell’ente pubblico titolare dell’autorizzazione alla casa da gioco sul proprio territorio hanno la natura giuridica di entrate tributarie; ne derivano sempre una certa cura, attenzione e diligenza obbligatorie da parte del gestore.
I giochi che si svolgono in un casinò sono quelli tradizionali o francesi, quelli nuovi o americani e quelli elettronici. Negli ultimi anni si aggiunto l’online. Tralasciando tutte le varianti che sono state inventate – a dire il vero poche per il gioco tradizionale e molte per quello nuovo – si può affermare che, se da una parte esiste un vantaggio per il banco, dall’altra deve pacificamente esistere un serio controllo delle entrate anche e soprattutto a causa la natura giuridica delle stesse.
Così come negli Usa, dove non è ammesso l’acquisto dei gettoni se non al tavolo da gioco, un controllo avviene dal rapporto tra cambiato e risultato (drop Ndr), in Italia il controllo può avvenire in due modi: uno concomitante ed uno susseguente; certamente, le due modalità forniscono una chiara visione in tema di regolarità del gioco e degli incassi.
Non è il caso qui di ampliare il discorso controllo; è sufficiente conoscere che le procedure per farlo esistono e che non ci si può esimere dall’applicarle.

In una casa da gioco l’organizzazione della produzione e del controllo di questa è il primo obiettivo che una oculata gestione deve porsi. Ed è ancor di più pressante se la situazione si presenta con una certa urgenza. Certamente non è sufficiente tagliare il costo del personale senza una precisa visione del futuro della produzione, senza contare la produttività che deve tener conto da una parte dei cosiddetti proventi aleatori e dall’altra della domanda da soddisfare. Infatti è più che logico e normale che fornendo particolari servizi non si può che operare per l’incontro tra domanda e offerta.
In questo compito vengono in aiuto i controlli quali elementi integranti del marketing mirato insieme allo studio del mercato interno e del rapporto tra introiti e presenze.
Si diceva dell’organizzazione del lavoro che deve sottostare a un imperativo perché, come non mai, il proverbio è adatto: il tempo è denaro e ne consegue forzatamente l’aggettivo “verticale”. Un rapido passaggio di ordini e consegne agli effettivi responsabili si traduce in un sano decisionismo da parte del vertice velocemente trasmesso a chi o a coloro che li devono eseguire.
Ma la responsabilità non può che essere coniugata con la professionalità e con la competenza; anche queste qualità non possono assolutamente essere carenti nella filiera dal vertice alla base.
 
LE PREOCCUPAZIONI DELLA GESTIONE - Due sono le preoccupazioni maggiori di una gestione: l’amministrazione e la produzione; c’è chi si interessa primariamente della parte economica e chi dei ricavi. E’ bene, in ogni caso, che il primo conosca la parte del secondo anche se non in forma approfondita; in altri parole deve essere al corrente di come si controlla la produzione e di come questa è organizzata. Ogni qual volta dovrà prendere delle decisioni in quanto il maggior responsabile dovrà essere in grado di giudicare, al di là della fiducia che è indispensabile, quanto gli viene proposto.
 
Sicuramente non è ancora sufficiente ricavare i dati relativi al mercato interno e al rapporto introiti/presenze, bene inteso per ciascun gioco, serve disporre del numero dei tavoli, delle ore tavolo ed altro per ricavarne oltre alle preferenze della clientela la produttività relativa.
Da ciò parte – unitamente al controllo completo sulla regolarità del gioco e degli incassi – l’azione di un marketing mirato che, e non è poco, evita costi inutili o, comunque, tali da non intravedere il ritorno dell’investimento.
Era ed è mia intenzione tentare di mettere in evidenza la complessità della gestione di una casa da gioco, particolarmente in un momento difficile come l’attuale. Potrebbe sembrare, ma è solo un sensazione errata, che un risanamento finanziario possa esaurirsi con l’individuazione di risparmi di costo. La vera necessità – oserei dire sine qua non come spesso è mio uso fare – è un piano industriale di rilancio perché non è la sola riduzione dei costi che importa, ma il rilancio dell’azienda mirato al miglioramento dei ricavi, possibilmente qualità e quantità.
 
Per apprestare un piano di rilancio è oltremodo necessario conoscere tutto di una casa da gioco. Una certa esperienza dal 1959 al 2000 (a Saint Vincent) me la sono fatta ma non sono al corrente dell’attuale situazione se non dalle notizie di stampa. Spero vivamente che si trovi una soluzione alla crisi che possa costituire il minor male possibile; sono convinto che l’operato del management e del sindacato si adopera per questo risultato.

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