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Debiti Casinò Campione, tra numeri e domande

14 gennaio 2019 - 10:27

Lo stato passivo del Casinò Campione d'Italia evidenzia diversi dati interessanti, anche alla luce della prossima udienza sul fallimento della società di gestione.

Scritto da Anna Maria Rengo

Fa naturalmente discutere e suscita analisi e interrogativi, la presentazione, al giudice delegato del tribunale di Como, dello stato passivo del Casinò Campione d'Italia, che arriva a pochi giorni (il 17 gennaio) dall'udienza nella quale la Corte d'appello di Milano discuterà i reclami presentati da Casinò, Comune e Banca popolare di Sondrio contro la sentenza che ha disposto il fallimento per insolvenza della società di gestione. A gettare benzina sul fuoco delle analisi e degli interrogativi, anche le dichiarazioni al Corriere di Como del commissario prefettizio del Comune di Como, Giorgio Zanzi, secondo il quale "c'è ancora un'altra partita (oltre a quella definita nello stato passivo Ndr) da definire, abbbiamo ancora un'altra richiesta di circa 18 milioni di euro che verrà quanto prima avanzata”.

I 18 milioni di nuovi debiti del Casinò verso il Comune creano qualche perplessità considerando che dalla fondazione della società di gestione a fine 2017 il debito era stato quantificato dal commissario liquidatore del Comune, Angela Pagano, in 20 milioni di euro. A tale proposito, di questi 20 milioni contabilizzati quanti si sono generati nel secondo semestre 2017 se questo è stato il trend del primo semestre 2018?

Sul fronte bancario colpiscono i 36 milioni di euro di debito della vecchia società di gestione nei confronti della Banca popolare di Sondrio, tenendo presente che è prassi che una grande azienda possa avere debiti verso banche nella misura di un terzo del fatturato, che prima del crollo dell'ultimo anno sfioravano, per quanto riguarda il Casinò Campione, i 100 milioni di euro. Debito, peraltro, che non è stato ristrutturato. Da ricordare, infine, che al momento sia la Bps che il Comune, che rappresentato 56 dei 73 milioni di euro di debito totali (l'80 percento circa) si stanno opponendo al fallimento e hanno presentato due distinti reclami.

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