Casinò italiani, le ragioni della crisi

La chiusura del Casinò Campione d'Italia per “fallimento” e la situazione di Saint Vincent destano molte preoccupazioni per gli operatori del settore una volta ritenuto “privilegiato”. Le cause principali sono, a mio parere, essenzialmente due: 1° - l’apertura delle sale giochi nel febbraio 2005; 2° la gestione che da “imprenditoriale” è diventata “politica”.

Dall’apertura delle sale giochi l’introito annuale del Casinò di Saint Vincent ha registrato, a fine 2017, un calo di 84,95 milioni di euro, pari al 59,70 percento in meno! Solo negli ultimi mesi del 2018 le presenze e gli introiti hanno registrato un miglioramento grazie, forse, alla chiusura di Campione d’Italia.

Per ritrovare lo stesso introito annuale bisogna tornare indietro di 30 anni, quando a gestire il Casinò era la Sitav, società privata. Allora, con lo stesso introito annuale il gestore versava alla Regione circa 30 milioni di euro e non era in “fallimento”.

Ciò che è cambiato in questi anni è stato soprattutto l’organico del personale che ha visto un notevole “ampliamento”, probabilmente non giustificato dal punto di vista imprenditoriale. In questi mesi si parla di “licenziamenti”. È stato sommessamente suggerito, ma non ascoltato, di confrontare lo sviluppo che ha subito l’organico nei minimi particolari. Probabilmente, forse non convenendo, non è stato fatto.

Sono ormai anni che si parla di Casinò, ma sono sempre parole. Quando si discute di un argomento è necessario essere in possesso di una seria e completa analisi dello sviluppo nel tempo di tutto ciò che lo riguarda. Questa analisi poi, per essere svolta ed obiettiva, deve essere eseguita da chi necessariamente abbia:
- una profonda conoscenza del mondo del gioco d’azzardo;
- che sia impersonale e non soggetto ad alcuna influenza esterna e/o interessata.
Con l’augurio che, prima di ogni decisione, si faccia una analisi seria.