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Crisi Campione: 'Oltre 600 nel corteo, politica e sindaco assenti'

07 agosto 2018 - 14:34

Oltre seicento persone per il corteo dei dipendenti del casinò di Campione d'Italia: assente la politica. 

Scritto da Ca
Crisi Campione: 'Oltre 600 nel corteo, politica e sindaco assenti'

Oltre seicento persone hanno sfilato in corteo questa mattina per strade di Campione d’Italia, lungo l’anello che dal casinò arriva all’arco di benvenuto all’ingresso per paese, per chiedere a gran voce la riapertura della casa da gioco, chiusa dal 27 luglio scorso per ordine del giudice fallimentare di Como.

"Non c’erano solo i lavoratori, da dieci giorni in presidio permanente nel piazzale Maestri Campionesi, ma anche gli anziani e le mamme per mano ai loro bambini che a settembre rimarranno senza asilo. In crisi infatti non c'è solo il casinò più grande d'Europa, nei guai è finita un'intera comunità che per anni ha vissuto nell'agio garantito dai proventi sul gioco d'azzardo e oggi si trova sommersa dai debiti", raccontano dalla casa da gioco.

"Il casinò deve riaprire al più presto, anche in amministrazione controllata" hanno urlato a gran voce sfilando da piazza Milano e piazzale Maestri Campionesi fino al grande arco all'ingresso di Campione d’Italia e poi di nuovo verso il casinò per sciogliere il corteo e ricostituirsi in presidio permanente di fronte al municipio. Per far sentire ancora di più la loro voce hanno accompagnato ogni slogan con i fischietti e anche battendo i padelle e coperchi. Lungo le strade ad applaudirli i negozianti di Campione che hanno chiuso i loro negozi e abbassato le saracinesche in segno di solidarietà.
Grande assente la politica. Non c'era il primo cittadino, Roberto Salmoiraghi, ma soprattutto mancavano i parlamentari comaschi, oggi a Roma per l'ultima seduta di Camera e Senato prima della pausa estiva. I lavoratori di Campione insieme ai sindacati che li hanno accompagnati hanno rivolto loro l'ennesimo appello: "Non abbandonateci". Senza un intervento del Governo è difficile se non impossibile pensare di proseguire ancora a lungo. Per ora l’unico gesto concreto di solidarietà è giunto dalle comunità del Canton Ticino che si sono dette disponibili ad aprire i loro asili, alla ripresa dell’anno scolastico, per i bimbi dell’exclave.

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