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Campione, Gdf esamina i conti delle cene a spese del Casinò

15 giugno 2018 - 09:41

La Guardia di finanza passa al setaccio i conti addebitati al Casinò delle spese del sindaco Salmoiraghi, che assicura: 'Ho agito alla luce del sole'.

Scritto da Anna Maria Rengo
Campione, Gdf esamina i conti delle cene a spese del Casinò

Non solo peculato, ossia il primo filone di indagine della Procura di Como, scaturito dall'esposto che l'allora consigliere di minoranza Roberto Salmoiraghi aveva fatto in merito ai tardati/mancati trasferimenti da parte del Casinò al Comune di Campione. Non solo bancarotta preferenziale, il secondo filone per il quale Salmoiraghi, oggi sindaco, l'amministratore unico Marco Ambrosini e due funzionari della filiale della Banca Popolare di Sondrio hanno ricevuto un avviso di garanzia, scaturito, a quanto si apprende dall'utilizzo del mutuo acceso dalla Casa da gioco per l'acquisizione di Villa Mimosa per pagare gli stipendi dei dipendenti comunali e per allegerire la posizione debitoria del Casinò nel confronti della banca stessa.
La Guardia di finanza, su disposizione della Procura di Como, sta ora passando al setaccio anche le cene che il sindaco Roberto Salmoiraghi ha consumato e che ha messo in conto al Casinò: si parla di una cifra complessiva di 2.445 franchi, questo l'ammontare complessvo da giugno 2017 a gennaio 2018.

"Da parte mia posso assicurare che ho fatto tutto alla luce del sole e secondo i criteri di legge", afferma Salmoiraghi. "I pettegolezzi non fanno parte della mia persona e non ho niente da aggiungere. Certo, è vero che c'è stata qualche doverosa ospitalità in situazioni istituzionali o quando ci sono state persone di riguardo, ed è ovvio che in questi casi, relativi al Casinò, paghi la Casa da gioco. Ma quando mi sono recato al ristorante del Casinò, per solidarietà, ho sempre pagato di tasca mia e ho le fatture ad attestare ciò. Mi sono sempre comportato secondo i canoni che una persona pubblica deve rispettare, ho grande fiducia nella magistratura e mi auguro che le indagini vadano avanti e si concludano al più presto. Non ho assolutamente nulla da rimproverarmi e voglio sottolineare che non ho neanche, come sindaco, il telefono di servizio, e che h rinunciato ai compensi per il mio mandato".

Corrisponde al vero, come ipotizzato dalla stampa ticinese, che si stia indagando per il reato di bancarotta fradolenta per distrazione? "No, non confermo. E, a essere sincero, quando ho ricevuto l'avviso di garanzia sono stato così amareggiato che l'ho consegnato direttamente al mio avvocato senza neanche leggerlo".
 

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