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Campione, Cassazione: 'Si accerti proprietà somme non versate'

13 aprile 2018 - 09:37

Le motivazioni con cui la Corte di Cassazione ha accolto con rinvio il ricorso contro i sequestri disposti dalla Procura di Como soprattutto negli uffici del Casinò Campione.

Scritto da Anna Maria Rengo
Campione, Cassazione: 'Si accerti proprietà somme non versate'

"In sede di rinvio, il Tribunale accerterà, innanzitutto, se le somme non versate dalla ditta 'Casinò di Campione Spa' possano dirsi 'altrui' rispetto a quest'ultima sulla base di quanto indicato, in particolare, nella Convenzione stipulata tra la stessa e il Comune di Campione d'Italia, verificando se il denaro incassato dalla società che gestisce la Casa da gioco debba ritenersi immediatamente acquisito nella proprietà dell'ente territoriale, ed eventualmente valutando, a tal fine, se le relative somme costituiscano o meno entrate tribunarie". Lo si legge nelle motivazioni della sentenza con cui la Corte di Cassazione, accogliendo i ricorsi presentati dall'ex amministratore delegato del Casinò Campione d'Italia Carlo Pagan, dall'ex segretario comunale Gianpaolo Zarcone (oltre che allora membro del Cda della Casa da gioco) e dal Casinò Campione d'Italia, ha annullato, con rinvio al tribunale di Como per nuova deliberazione, l'ordinanza con cui lo scorso dicembre il tribunale del Riesame di Como aveva respinto il ricorso presentato in merito ai sequestri, disposti dalla Procura di Como, principalmente negli uffici della Casa da gioco.

Il provvedimento della Procura di Como era seguito all'esposto che l'attuale sindaco di Campione d'Italia Roberto Salmoiraghi, allora consigliere comunale di minoranza, aveva fatto in merito agli asseriti "mancati" pagamenti del fee da parte del Casinò al Comune, mentre la difesa di Pagan aveva sottolineato come gli stessi fossero "tardati" e non "mancati". Tuttavia, il Riesame aveva respinto questa tesi, e ciò aveva portato al ricorso in Cassazione che, caso peraltro che ha pochi precedenti analoghi, è stato accolto.

L'IPOTESI DI REATO - L'ipotesi di reato che aveva portato al sequestro probatorio attiene, si legge nella sentenza, "all'appropriazione di una somma non inferiore a 1.400.000 franchi svizzeri", relativa "agli importo che la società Casinò di Campione Spa (...) avrebbe dovuto versare all'ente territoriale nel mese di dicembre 2015".

LE MOTIVAZIONI DEI GIUDICI - Secondo i giudici, "l'esame in ordine al profilo dell'altruità, per la persona giuridica Casinò di Campione Spa, delle somme che la stessa avrebbe omesso di versare al Comune di Campione d'Italia è in ogni caso preliminare e potenzialmente dirimente: se le somme non versate non possono qualificarsi come 'altrui' per la società incaricata della gestione della Casa da gioco, deve escludersi la configurabilità del peculato con riferimento a tutto il denaro non corrisposto".

 

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