skin

Romeo: 'Casinò, al lavoro per trovare soluzioni comuni'

07 febbraio 2018 - 09:23

Olmo Romeo, rappresentante italiano in ambito Eca e vice presidente di Federgioco, fa il punto sullo stato di salute della case da gioco tricolori.

Scritto da la nostra inviata a Londra, Sara Michelucci
Romeo: 'Casinò, al lavoro per trovare soluzioni comuni'

Londra - "Eca è stata un'ottima esperienza, soprattutto per la possibilità di confronto con realtà diverse, ma che hanno problematiche comuni (antiriciclaggio, normative europee, gioco diffuso al di fuori dei casino' e online)". Lo sottolinea Olmo Romeo, vice presidente di Federgioco e consigliere del Cda del Casinò di Sanremo, commentando il suo debutto nell'ambito dell'European Casino Assocition, in rappresentanza delle Case da gioco tricolori.
"È inoltre la prima volta che partecipo ad Ice Totally Gaming e devo dire che rappresenta un mercato che ha grandi margini di crescita e sta a noi, come Federgioco, intercettare dove va il business. Quello del gioco è un mercato in costante evoluzione e abbiamo il dovere di aggiornarci in base alle richieste. Confrontarsi all'interno di Eca con 27 realtà diverse è un privilegio non scontato e ringrazio il direttivo di Federgioco di avermi indicato quale rappresentante italiano dell'associazione. Il nuovo ingresso, poi, di Sbm di Montecarlo è stato uno stimolo per confrontarmi con il suo general manager e cercare di trovare punti di contatto. Le frontiere non sono più geografiche, ma dobbiamo parlare di territorio. Bisogna fare gruppo, pur mantenendo le proprie identità".

In qualità di vice presidente di Federgioco, come valuta lo stato di salute dei casinò italiani e che cosa può e deve fare in proposito l'associazione?
 
"Federgioco deve confrontarsi sempre di più tra associati e non è possibile che su tematiche importanti, come il contratto collettivo di lavoro, non ci sia uniformità e che siano soggette a trattative continue. La propria indipendenza poteva essere un valore in passato, ma nel mercato attuale può risultare uno svantaggio. La mia azione all'interno della federazione sarà sempre più orientata a portare dialogo e confronto tra le quattro case da gioco per trovare soluzioni comuni".
 
Il Casinò di Sanremo è da tempo l'isola felice dell'arcipelago della Case da gioco italiane, soprattutto sul fronte del bilancio e dei rapporti con la proprietà. Come è stato possibile raggiungere questo obiettivo e mantenerlo nel tempo?
 
"È un'azione che è iniziata alcuni anni fa, orientata principalmente a sanare i conti. Questo ha portato agli esodi incentivanti, taglio delle spese non produttive, ottimo dialogo con la proprietà e risanamento economico. Il tutto ha permesso al casinò di tornare a essere volano turistico per tutto il territorio. Beneficio non solo in termini di clientela, ma di ricchezza per la citta'".
 
Pensa che per i casinò italiani serva un nuovo modello organizzativo e, a monte, un riordino normativo?
 
"Il primo passo per aiutare il settore in crisi per i casinò è quello di controllare il gioco diffuso e incontrollato sui territori. In tale direzione andava il documento approvato in Conferenza unificata Stato, regioni ed enti locali, che considero un punto di partenza, ma non di arrivo. Potremmo cercare di dare quindi una risposta coordinata e forte a un problema che sta crescendo, come il gioco d'azzardo patologico. Federgioco ha organizzato due eventi nel 2017, coordinati dal Casinò di Sanremo e il 2018 vedrà parte attiva quello di Venezia".

Articoli correlati