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Di Matteo: 'Attenzione di Federgioco su problema gioco patologico'

28 novembre 2017 - 08:48

Giulio Di Matteo, presidente di Federgioco, evidenzia l'attenzione che l'associazione riserva al tema del gioco patologico.

Scritto da Anna Maria Rengo
Di Matteo: 'Attenzione di Federgioco su problema gioco patologico'


“Il gioco è un tema molto caldo e sentito ed è quindi giusto che la politica si sia mossa verso una disciplina nazionale che tenga conto di tutte le esigenze, comprese quelle sociali ed imprenditoriali e non trascurando le realtà locali”.

Lo afferma Giulio Di Matteo, presidente di Federgioco, nel suo intervento al convegno "L'azzardo non è un gioco" tenutosi a Genova il 27 novembre a Terrazza Colombo e trasmesso in diretta streaming da Primocanale.

“Si è partiti da un approccio al gioco più concentrato sulla parte erariale, mentre oggi l’attenzione si è concentrata sulla salute dei cittadini e per questo serve trovare un punto di equilibrio che permetterebbe la salvaguardia di tutti gli interessi. I 10 miliardi di euro di entrate erariali, soprattutto in questo momento, sono una voce di bilancio non indifferente. Ma allo stesso modo bisogna fare in modo che l’offerta di gioco non sia troppo ampia, perché anche il fenomeno della ludopatia è da mettere tra le priorità degli interventi. A livello di associazione, sia come Federgioco sia come Associazione Europea dei Casinò, da qualche anno abbiamo stilato un protocollo su come approcciare il tema ludopatia. Si parte dalla conoscenza del fenomeno, che a mio avviso non va enfatizzato né minimizzato, per arrivare a delle possibili soluzione. Il punto di partenza è l'identificazione del giocatore, che vuol dire anche circoscrivere e perimetrare spazi e tempi in cui si può e si deve giocare. Tutto ciò fino a oggi è sfuggito probabilmente alle previsioni ed è il momento opportuno per affrontarlo", sottolinea Di Matteo.
 
 
“In tal senso chi meglio delle quattro case da gioco autorizzate può garantire un approccio sano e corretto al gioco. Da oltre 100 anni gestiamo il gioco nella sua declinazione più nobile e tradizionale, garantendo le regole, l’identificazione di chi gioco, il divieto di far entrare minorii. Oggi i casinò hanno una struttura molto articolata e ben preparata per tutto ciò che attiene l'identificazione del giocatore e quindi anche le normative antiriciclaggio. Dove si può far di più, anche se partiamo da una soglia molto più avanzata rispetto al resto dell'offerta di gioco, è la formazione anche del personale di sala, che deve essere preparato per prevenire e correggere comportamenti che vanno verso un approccio patologico al gioco. Anche per questo abbiamo ribadito al sottosegretario Pierpaolo Baretta, la nostra disponibilità a mettere a disposizione tutta l’esperienza acquisita in oltre 100 anni di gestione del gioco”.
 
 
Tra i temi trattati anche quello del gioco online. “In prospettiva sicuramente sarà necessario inquadrare tutto l'ambito del gioco online. Quest’ultima è una prateria enorme dove, pensando a cosa si può fare oggi banalmente con un telefonino, ci si rende conto della portata di questo spazio, ancora non ben identificato e legiferato. A mio avviso sulla pubblicità si può intervenire e si deve intervenire. Dopo un certa ora c'è un forte battage pubblicitario: serve trovare un punto di equilibrio”.
 
 
Infine il presidente di Federgioco ribadisce: “Ci siamo sempre messi a disposizione non solo delle associazioni, ma anche delle istituzioni. Non nascondo che non sempre siamo ascoltati, e questo è un ruolo su cui vorremmo rivendicare una maggiore attenzione, sia a livello regionale sia nazionale perché davvero intendendoci di gioco vorremmo contribuire a risolvere i problemi che talvolta il gioco può creare. Possiamo farlo partecipando concretamente a una serie di osservatori, che poi è buona cosa diventino comitati di operatività, perché l'osservatorio presuppone una fase di analisi, ma poi ci vuole una diagnosi e una cura. Vorremmo essere resi più partecipi di queste fasi, non essere visti come una parte interessata. Il senso della coscienza dice che con il gioco non ci si arricchisce. Da parte nostra il contatto passa anche dall'approccio alla clientela, la vicinanza, offrire nell'ambito delle nostre case da gioco un legame con il territorio esterno. Questo per far capire che il gioco può non essere un azzardo".
 
 
Molto apprezzato anche l’intervento di Olmo Romeo, vicepresidente di Federgioco: “Quello della ludopatia è un tema che noi viviamo con senso di responsabilità, perché essendo una realtà economica sul territorio conosciamo e valutiamo tutti i vari aspetti e le tipologie di problematiche che possono essere legate dal punto di vista di ricaduta sociale e di tutto quello che può essere un costo a livello di indotto e di società. Questo aspetto lo abbiamo inserito nel programma di presidenza di quest’anno e lo abbiamo sottolineato come uno dei punti cardine. Questo perché non ci vogliamo tirare indietro rispetto a questo tipo di problematica, ma anzi vogliamo dimostrare che è un tema che noi abbiamo sempre cercato di combattere e prevenire. Tutte le quattro case da gioco hanno un protocollo per combattere e prevenire la ludopatia. Queste segnalano chi ritengono possa essere un ludopatico o chi è andato oltre il semplice divertimento. Il tutto avviene perché abbiamo tanti controlli, tra cui anche controlli amministrativi all’interno delle sale.. Basta anche la segnalazione di un parente e noi automaticamente attiviamo i servizi sociali e ci interfacciamo con l’Asl. Questo noi lo facciamo in maniera immediata, non vogliamo che si possa trasformare in un problema più difficile da poter gestire. Queste persone vengono segnalate e non hanno quindi più accesso alle nostre sale da gioco”.
 
 
Il vicepresidente di Federgioco è anche intervenuto sul tema del possibile proibizionismo: “Il fatto che si possa andare in direzione di proibizionismo non fa altro che creare degli spazi per il gioco illegale, che è l'altra nostra grandissima paura e che cerchiamo di denunciare in tutte le possibili sedi. Invece di pensare a dinamiche proibizioniste, si deve puntare su una forte regolamentazione, presa con senso di responsabilità non solo da parte di chi opera, ma anche di chi legifera".

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