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Ravà (Federgioco): "Nessuna battaglia politica su soglia contanti a mille euro"

02 aprile 2014 - 10:31

Roma - A marzo i quattro casinò italiani hanno incassato 25,2 milioni di euro, al netto dei proventi aleatori e della vendita dei biglietti. La flessione rispetto a marzo 2013 è del 2,7 percento. Uguale decremento sia per i tavoli, meno 1,6 percento, che i giochi elettronici, meno 3,4 percento.

Scritto da dalla nostra inviata Anna Maria Rengo


Questi i dati forniti nel corso della conferenza stampa di presentazione del programma annuale di Federgioco da parte del neo presidente, il direttore generale del Casinò di Venezia Vittorio Ravà. Nel primo trimestre del 2014 sono stati incassati 77,2 milioni di euro contro i 77,6 del 2013, la flessione e, dunque dello 0,5 percento. Il trend è però disomogeneo: i tavoli crescono del 2,3 percento, le slot flettono del 2,4 percento. Si tratta di dati di sostanziale tenuta viste le flessioni degli anni precedenti: 8,4 nel 2011, 18 nel 2012 e 7 nel 2013.

 

LA DICHIARAZIONE - "Vogliamo fare una presidenza oggettiva, senza nessuno specifico riferimento a un casinò. Per la prima volta dopo tre anni complicati inizia, per quanto riguarda i dati, la fase della stabilizzazione. I quattro casinò italiani sono di vicinanza, non si fanno concorrenza. Non ha senso parlare di essere i primi del mercato. I casinò sono spesso stati usati come bancomat e questo ha portato a volte a bilanci in perdita", afferma il neo presidente di Federgioco. Per Ravà grandi assenti sono la politica e i dipendenti "che più che sindacalizzati sono una corporazione".

 

IL PROGRAMMA DI RAVA' - "I casinò sono frutto di sistema di oligopolio. Ci sono delle professionalità che vanno valorizzate, non c'è colpa del sindacato ma della politica che ha consentito di gestire i casinò per ottenere consenso. I tempi sono cambiati, le slot nei locali pubblici hanno avvicinato molte persone al gioco. Il mercato del gioco cresce, casinò stanno tornando al loro core business ovvero i giochi da tavolo mentre prima avevano potuto puntare sulle slot, che hanno costi di gestione minori. Ora è in atto una riflessione generale sul gioco, sposata dalla Chiesa ed è giusto che si sappia che le ludopatie non vengono dai casinò, che tra l'altro da tempo collaborano con in Sert". Quanto al programma: "Collaboreremo con il Viminale, chiederemo l'attivazione del tavolo interministeriale e le nostre aziende troveranno in Federgioco un supporto. Non faremo battaglie sull'uso dei contanti, non è politicamente accettabile in un momento in cui in tutto il mondo sta andando verso mezzi di pagamento elettronici. Non si devono fare battaglie che non possono essere vinte". Ravà si dice anche contrario all'apertura di sale da poker live.

 

I SINDACATI E L’ATTUALITÀ - "L'offerta di casinò anche a causa di strani accordi sindacali è influenzata molto", aggiunge Ravà. Quanto alle spinte regionali sui casinò, su tutte la richiesta della Sicilia di averne due: “quella dei quattro casinò è una storia fascista. Aprire un casinò è un business complicato, è un’azienda che richiede formazione e investimenti. A livello europeo c’è una certa crisi dei casinò nelle località di villeggiatura, specie in montagna. I casinò sarebbero interessanti solo nelle grandi città dal punto di vista business. Non basta fare un casinò, perchè la gente venga”. Su gioco pubblico anche in vista dell'attuazione della delega: “Sì a sale Vlt, no a slot nei bar, sono queste che provocano la ludopatia”. Un passaggio, per quanto indiretto, anche sulle vicende del Casino' di Saint Vincent. "Dai casinò deve uscire la politica, non può essere che sia il sindacato a chiedere le dimissioni della dirigenza del management ma deve essere la proprietà a deciderlo". Su Ccnl "aspettiamo la riunione sindacale del prossimo 10 aprile e poi decideremo il da farsi".

 

Ma i casinò italiani sentono la concorrenza del gioco online, visto che proprio oggi si è discusso al Tar il ricorso di un concessionario di Vlt contro l'introduzione delle slot virtuali in Italia e ricordando gli investimenti milionari di Sheldon Adelson per combattere una sua regolazione a livello federale negli Stati Uniti? "Non si puo' non fare esperienza dell'innovazione, quindi i casino' devono puntare anche sul gioco online", aggiunge.

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