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Referendum al Saint Vincent Resort & Casino, il sì vince

09 luglio 2017 - 10:40

I dipendenti del Saint Vincent Resort & Casino hanno approvato l'ipotesi di accordo aziendale alternativo ai 264 licenziamenti.

Scritto da Anna Maria Rengo
Referendum al Saint Vincent Resort & Casino, il sì vince

Con 335 voti favorevoli (l'80,9 percento), 66 contrari, 9 schede nulle e 4 bianche, i dipendenti del Saint Vincent Resort & Casino hanno approvato l'ipotesi di accordo prestata dall'azienda in fase di trattativa amministrativa sui 264 licenziamenti collettivi annunciati. Hanno votato in 414, il 64,49 percento degli aventi diritto. In dettaglio, 332 dipendenti dell'unità gioco, 82 dell'unità servizi alberghieri.

Soddisfatto l'assessore al Bilancio e Partecipate, Albert Chatrian: "Questo è un punto di partenza, vista la difficile situazione. I risultati, con l'alta percentuale del sì, sono un forte segnale di fiducia. da parte nostra, non si manderà a casa nessuno e domani 10 luglio ci sarà la ratifica dell'accordo di fronte alla Direzione politiche sociali. Ora bisogna lavorare per riconquistare la fiducia del sistema bancario e anche mettere in campo tutte le iniziative utili per tornare a riempire le sale".

L'amministratore unico del Casinò, Giulio Di Matteo, afferma: "La mia valutazione è ovviamente positiva. Il voto ha dato manifestazione della volontà dei lavoratori dopo tre mesi di lavoro intenso e di impegno profuso da me, dal mio staff di profesisionisti e dai lavoratori interni all'azienda. Si è creato uno spirito costruttivo che può ben dare esecuzione a questo piano di ristruttuzione. Questo segnale così forte ci responsabilizza, ci fa capire che siamo nella direzione giusta, ci impone di fare bene, cosa che del resto mi sono posto come obiettivo. Cominciamo a raccogliere quello che abbiamo seminato, questo è un punto di partenza e non di arrivo ed è anche uno dei primi elementi di implementazione e di esecuzione effettiva del piano. Davvero possiamo dire: come da una parte il socio ha dato un inizio di esecuzione con il primo versamente degli 8 milioni dì euro in conto capitale all'esito dell'approvazione da parte del consiglio del piano, questo è il primo atto del piano che la governance pone in essere. Si tratta di un mix di argomenti che mi danno fiducia e carica, oltre che il rigore per andare avanti e dare esecuzione ulteriore a tutte le misure di implementazione e di sviluppo, oltre che a quel cambio di rotta che lo scorso 24 marzo mi è stato indicato come obiettivo da raggiungere".
Anche Giorgio Piacentini, dellla Fisascat Cisl, commenta favorevolmente l'esito del referendum: "Siamo soddisfatti, anche se si tratta di un grande sacrificio per i lavoratori. Tuttavia, l'alternativa era peggiore. Il lavoro ovviamente non è finito, anzi inizia da domani: marcheremo a uomo, per usare un gergo calcistico, l'azienda, per quanto riguarda l'attuazione del piano e soprattutto nella parte relativa allo sviluppo. Ci sarano ogni tre mesi degli incontri e noi saremo memori degli errori passati. All'amministratore unico Di Matteo e alla proprietà voglio inoltre ricordare che il piano prevede la fuoriuscita di 90 esodati dal 2017 al 2018: che abbiano i soldi per poterlo fare, altrimenti disdiremo l'accordo che andremo a sottoscrivere domani, con effetto immediato".
Claudio Albertinelli, del Savt, sottolinea: "Ancora una volta i lavoratori si sono dimostrati responsabili, non bisogna dimenticare che non hanno votato con la massima serenità, ma condizionati da una procedura che non si è voluta togliere. Ora vigileremo perchè tutto questo non venga vanificato e perchè azienda e proprietà dimostrino di meritare quello che i lavoratori stanno ulteriormente dando".
Vilma Gaillard, segretario regionale dell'Slc Cgil, osserva: "Non bisogna sottovalutare che c'è stato un 35 percento di dipendenti che non è andato a votare, e che quindi ritenevano che l'accordo non fosse accettabile e che la responsabilità andasse rispedita al mittente. Il sì è prevalso perché si è scelta la soluzione meno dura nell'immediata, ma è tuttavia una sconfitta in quanto abbiamo trattato mai alla pari ma sotto il ricatto dei licenziamenti. Ora nei prossimi mesi competerà a noi un maggior controllo di quanto l'azienda farà, sia sotto il profilo del'uso che farà dei soldi dei lavoratori che delle iniziative che porrà in campo per far crescere i ricavi. In passato siamo stati meno vigili e più fiduciosi, ma ora abbiamo firmato l'ennesima cambiale in bianco e controlleremo, sempre, tenendo presente che gli accordi si possono anche disdettare e tornare punto a capo".
I CONTENUTI DELL'ACCORDO - L'accordo al voto pattuisce il superamento della procedura di mobilità e il ricorso alle uscite con il percorso Fornero e interventi per il contenimento del costo del lavoro. In dettaglio, "la Società si impegna sino a quando non sarà raggiunto il riequilibrio costi ricavi a sospendere gli aumenti retributivi individuali e ad utilizzare ogni strimento consentito dalla legge".
Per gli impiegati tecnici si applicherà una riduzione mensile lorda per una quota fissa: per gli addetti ai reparti francesi da 320 euro per i secondi livelli ai 90 per il settimo, per agli addetti ai reparti americani da 448 euro per i secondi livelli ai 117 per i settimi; per il reparto Craps dai 640 euro per i secondi livelli ai 117 per i settimi, per il reparto 30/40 dai 490 euro per i secondi livelli ai 117 per i settimi.
Le parti si incontreranno di nuovo entro il 31 dicembre 2018 al fine di verificare l'andamento dei ricavi e la relazione ricavi-costi. Qualora alla predetta data i ricavi 2018 "dovessero essere cresciuti in misura tale da consentire (...) lo stabile mantenimento (...) del rapporto ricavi delle vendite e delle prestazioni (...) si procederà (...) a una reintegra dei livelli retributivi". 
Misure, che ricalcano quelle delle precedente ipotesi circolate, anche sull'orario di lavoro, le maggiorazioni orarie, i versamenti ai fondi di previdenza complementari, il numero delle festività, le ferie (33 giorni massimi nel 2017 per il personale con Ccal ex Sitav ed ex Siser, di 31 per gli altri, dal 2018 è rispettivamente di 30 e 28 e dal 2019 di 28 e 27). Entro il 31 dicembre si individuerà un salario di ingresso, e sono poi previsti interventi organizzativi e una verifica trimestrale di attuazione del piano di ristrutturazione approvato.
 

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