skin

Uilcom: 'Venezia, i motivi per cui non aderiamo a sciopero'

02 giugno 2017 - 13:50

Il segretario della Uilcom Veneto, Enrico De Giuli, spiega i motivi per cui il sindacato di categoria non aderisce allo sciopero.

Scritto da Anna Maria Rengo
Uilcom: 'Venezia, i motivi per cui non aderiamo a sciopero'

"Finora abbiamo partecipato ad un unico incontro con i rappresentanti della Proprietà e le altre Ooss ed è emerso il disagio di alcuni alla nostra partecipazione. L’incontro verteva sulle spiegazioni degli atti conseguenti alla delibera di Consiglio, disdetta del C.A.L., ricapitalizzazione di C.d.V., e calendarizzazione di una serie di incontri al fine della ridiscussione rapida del Contratto Aziendale che consenta di mettere in equilibrio i conti della Società in modo da poter scongiurare i 150 esuberi minacciati. L'assessore alle partecipate Michele Zuin ha fatto presente che, fermo restando il diritto di sciopero, la proprietà non sarebbe stata in grado di ricapitalizzare ulteriormente la società e quindi ringraziando per il senso di responsabilità finora dimostrato chiedeva la chiusura delle lotte finchè era aperta la fase di dialogo". Lo sottolinea il segretario regioale della Uilcom Veneto, Enrico De Giuli, nello spiegare i motivi per cui il sindacato di categoria da poco ricostituito all'interno del Casinò di Venezia, ha deciso di non scioperare per le giornate del 2 e del 3 giugno.

"Essendo appena arrivati e non avendo aperto ad oggi alcuna procedura era chiaro che la richiesta era diretta a chi aveva le procedure di sciopero aperte, e sebbene l’assessore inizialmente avesse richiesto pregiudizialmente il ritiro per calendarizzare gli incontri, subito dopo ha dato disponibilità agli incontri nonostante tutto. Siamo infatti convocati per discutere del nuovo contratto aziendale di lavoro nei giorni 8, 12, 14, 19, e 20 giugno. Ad oggi non conosciamo le proposte aziendali in quanto non ci sono state fornite da nessuna delle parti, come non conosciamo per gli identici motivi le controproposte delle Ooss, per noi la trattativa inizia l’8 giugno. Nella giornata di ieri 1° giugno, le altre Ooss, senza contattarci, facendo finta che non esistiamo, hanno proclamato lo sciopero nella giornata odierna e domani. Voglio sottolineare la mancanza di correttezza per cui se anche volessimo partecipare non potremo per i tempi ristretti (assenza di preavviso, tentativo di conciliazione), che delineano una scelta aprioristica di escluderci, ed una proclamata autosufficienza che finora non ha dato grandi risultati.

Non si sciopera per conquistare un tavolo che si richiede e si ha già, non si sciopera per influire sulle decisioni della proprietà, esse si sono manifestate dopo il fallimento dei tavoli che ci sono stati sinora. Si sciopera per non perdere consenso anche se si sà che nell’immediato non si otterrà nulla, ma serve dare in pasto a qualcuno chi non si adegua, anche se si sa già che si rischia solamente di incrementare i danni. Nessuno vuole fare un mea culpa, la superficialità con cui è stata condotta sinora la vertenza ci ha portato al punto dove siamo. Se non vogliamo farci del male occorre riportare in equilibrio i costi, garantire la continuità aziendale, al fine di mantenere i posti di lavoro, le sedi e permettere l’atteso rilancio di un settore (case da gioco) profondamente in crisi. Senza un nuovo Cal rischiamo gli esuberi. Chi sciopera vuole un nuovo Cal o gli esuberi?".

 

Articoli correlati