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Casinò St. Vincent: 'In tre anni tagli a costi per 5 milioni'

20 novembre 2016 - 13:46

Un documento di lavoro aziendale prevede le misure per tagliare i costi del Saint Vincent Resort & Casino e raggiungere l'attivo di bilancio ante imposte.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò St. Vincent: 'In tre anni tagli a costi per 5 milioni'

Politica valdostana e sindacati in fibrillazione e in grande e duplice attesa, della seduta della seconda commissione Affari regionali del Consiglio Valle di domani 21 novembre dove si esaminerà il dossier sul Casinò predisposto per supportare le disposizioni previste nel disegno di legge regionale di bilancio, e della riunione tra Ooss e aziende di giovedì prossimo, per discutere, su richiesta delle prime, del futuro della Casa da gioco. Ad agitare ulteriormente le acque c'è ora un nuovo documento triennale predisposto dall'azienda nel quale, sulla base degli ultimi risultati soprattutto in termini di introiti, si traccia una previsione per i prossimi tre anni. Molti contenuti sono già noti, come il ricorso alla legge Fornero (per un totale di circa 120 persone dal 2016 al 2018), come pure la disdetta della contrattazione integrativa per i lavoratori dell'unità produttiva servizi alberghieri, ma ci sono anche altre disposizioni, anticipate da La Stampa di oggi 20 novembre, che hanno suscitato lo stupore dei sindacati, per il fatto di averle apprese dai quotidiani e perchè prevedono solo, almeno a una prima lettura, la riduzione dei costi aziendali, senza intervenire invece, se non come dichiarazione di intenti, sul rilancio dell'attività.

Nel documento di lavoro dell'azienda, trasmesso alla seconda commissione consiliare, il direttore generale del Casinò Gianfranco Scordato, e l'amministratore unico Lorenzo Sommo fissano a 3,9 milioni di euro il passivo per il 2017, mentre prevedono un bilancio in attivo, ante imposte, per 1,4 milioni di euro, già nel 2018. Questo grazie alla ripresa dei proventi di gioco, che dovrebbero passare dai 60,4 milioni stimati per il 2016 ai 65,5 del 2018 (per ora nei primi dieci mesi ne sono stati incassati 48,6)  anche a un ulteriore taglio dei costi, che passerebbero da 64,9 milioni di euro del 2016 ai 59,9 del 2018. Secondo l'azienda non si può "puntare solo su prepensionamenti e incentivi all'esodo, che hanno costi rilevanti", ma è necessario "anticipare il confronto sindacale sulla concertazione di un nuovo contratto aziendale". La citata disdetta del contratto integrativo del reparto alberghiero è finalizzata a "concertarlo al ribasso" (per un risparmio che i documenti presentati ai membri della commissione quantificano in 250mila euro annui), ma anche "l'azzeramento dei ratei di ferie, permessi e recuperi orari", la rinuncia a nuovi prepensionamenti Fornero, cui preferire "strumenti meno onerosi come un piano di esternalizzazione", la "concertazione al ribasso con le delegazioni dei reparti di tutti i premi di produzione in precedenza erogati" e infine "un nuovo modello contrattuale finalizzato non solo alla fusione dei reparti ma anche all'aumento dei parametri di produttività".

LE REAZIONI DEI SINDACATI - Sorpresi, come detto, se non da tutti da alcuni dei contenuti del documento, i sindacati, che fanno notare come simili misure dovranno essere oggetto di trattativa, auspicando inoltre che se ne parli già nell'incontro di giovedì. La Cgil, per voce del segretario regionale Domenico Falcomatà, evidenzia: "Ho l'impressione che stiano preparando il terreno per rendere più appetibile la (s)vendita o cessione che dir si voglia. Ma se vedono la luce in fondo al tunnel, perché pensare di tagliare ancora sui costi? Vogliono esternalizzare? Lo dicano durante i confronti con il sindacato. Sono dichiarazioni che ci fanno capire che non c'è un'idea, un piano credibile capace di risollevare l'azienda. Le cose sono due: o sono un gruppo dirigente in stato confusionale che ha perso la bussola per riportare in carreggiata un'azienda malata, oppure vorranno fare quello che è più gradito al nuovo gestore. E in entrambi i casi a rimetterci sono i lavoratori e la loro azienda".
Vilma Gaillard, segretario regionale dell'Slc-Cgil, aggiunge: "Abbiamo chiesto più volte di avere contezza delle intenzioni aziendali e ci auguriamo che la riunione di giovedì prossimo sia l'occasione giusta. La parte sul taglio dei costi del personale e sugli incentivi all'esodo non ci è nuova, ma il problema è anche portare gente al casinò e come farlo. I conti non si possono risanare solo tagliando i costi del personale e vogliamo che l'azienda ci dica come intende risollevare gli introiti".
Claudio Albertinelli, del Savt,s ottolinea: "Da mesi chiediamo all'azienda quali sono le sue intenzioni e troviamo grave leggerle sui quotidiani. Inoltre, da quel che si legge, pare che l'azienda dichiari di non essere in grado di ottemperare agli impegni sul rilancio dell'attività che aveva preso con l'accordo dell'ottobre 2015, ratificato tramite referendum. In questo contesto l'incontro del 24 novembre diventa particolarmente importante e ci confronteremo con la altre segreterie per decidere la posizione da assumere".

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