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Ugl: 'Casinò Campione, revisione assetti anziché proroga dell'accordo'

09 febbraio 2018 - 14:28

L'Ugl Como ritiene che la strada da percorrere al Casinò Campione sia la revisione degli assetti produttivi.

Scritto da Anna Maria Rengo
Ugl: 'Casinò Campione, revisione assetti anziché proroga dell'accordo'

“La strada da intraprendere” al Casinò Campione d'Italia non è “di certo la proroga dell’accordo sulla riduzione oraria, ma una sana revisione degli assetti produttivi che portino alla conseguente rimodulazione degli organici senza per questo effettuare licenziamenti inutili”. Se ne dice convinto, in una nota, l'Ugl di Como, il cui segretario, Rino Di Dato, afferma: “Bisogna effettuare una seria analisi sulle economie di spesa corrente che riguardano ogni singolo settore delle strutture coinvolte: Comune e Casa da gioco. Dopodiché possiamo anche affrontare sistemi di prepensionamento agevolato e concordato, unito ad altri sistemi di incentivazione all’esodo: volontario e concordato. Tutto ciò lo riteniamo possibile anche rassicurati da una missiva ricevuta dalla Banca Popolare di Sondrio a seguito di un nostro interpello ai vertici della banca, in cui lasciano presagire a un loro possibile interessamento nel caso gli venisse proposto un impianto strutturale e concreto al risanamento dei conti mediante accordi e obiettivi certi e programmati”.
L'Ugl torna inoltre “ad affermare la nostra viva convinzione che, il necessario tavolo unico Comune e Casinò sia ormai inderogabile, aggiungiamo ciò che abbiamo più volte ribadito, che qual ora il confronto si costituisse, questo dovrà realizzarsi in un ambito istituzionale in cui il Prefetto ne divenga coordinatore privilegiato.

Tutto ciò è avvalorato dal fatto che la Casa da gioco è di fatto caratterizzata nella sua integrità gestionale da una funzione pubblica i cui effetti determinano mutamenti significativi delle economie in ordine pubblico. I molteplici aspetti che ne determinano l’affinità pubblica sono da ricercare nei diversi atti che si manifestano nella gestione ordinaria, come ad esempio la commistione continua di personale dipendente del Comune e quello della Casa da gioco.
In effetti, la specificità del socio unico costituisce un chiaro esempio di come l’asset pubblico influenzi la gestione economica dell’intero sistema contabile del Casinò, arrivando persino a dettare regole ed imposizioni che nulla hanno a che fare con quelle che sono le prerogative di una gestione societaria di tipo privatistico. Per questa ed altre ragioni ancora, siamo pronti a chiedere all’amministrazione comunale di assumersi le responsabilità del personale della Casa da gioco in quanto terzo responsabile in ordine ai mancati guadagni di ogni singolo dipendente del Casino, perché la natura di reati propri dei fallimenti e/o bancarotte improprie (artt. 223-226 in relazione agli artt. 216, 217, 218, 220, l.f.) non vale a garantire l’agevole e completa individuazione degli autori effettivi delle trasgressioni dei doveri gestori e di controllo che le realizzano o le favoriscono.
Ci appare solida acquisizione, infatti, quella per cui la verifica della responsabilità penal-fallimentare viene naturalmente rivolta nei confronti dei soggetti investiti delle formali cariche gestorie o di controllo in seno alla casa da gioco, è naturale dedurre che gli effetti della culpa in vigilando attribuiscano all’amministrazione comunale una responsabilità diretta sul risultato, la cui conseguenza non potrà che essere quella di corrispondere agli eventuali danneggiati il giusto riconoscimento”.
 

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