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Venezia, Snalc: 'Mai venuto meno senso responsabilità Ooss'

23 giugno 2017 - 13:19

Il segretario dello Snalc, Francesco Francalli, evidenzia il senso di responsabilità delle Ooss e come i tagli non interessino i quadri.

Scritto da Anna Maria Rengo
Venezia, Snalc: 'Mai venuto meno senso responsabilità Ooss'

Per valutare l'attuale situazione al Casinò di Venezia è necessario fare alcune doverose premesse. Nel 2016 sono stati incassati 102 milioni di euro, 2 in più rispetto al 2015, invertendo il trend negativo degli ultimi anni. Il sindaco Luigi Brugnaro si è scusato per l'errore della nomina di Eros Ganzina come direttore generale, quindi riteniamo che in merito alla (non) gestione aziendale non si possano addossare colpe ai lavoratori o alle organizzazioni sindacali. La convenzione prevede che 'la quota parte di introiti annui che deve restare in capo al Comune non possa essere superiore al 25 percento, fermo restando, comunque l'obbligo del Comune di assicurare il pareggio economico e finanziario della Società. Pertanto, se il Comune non avesse preteso il massimo consentito dalla convenzione (25 percento), ma una quota leggermente inferiore, ad esempio il 23 percento, non sarebbe stata necessaria alcuna ricapitalizzazione. Lo conferma in una nota anche la Corte dei Conti, che addirittura suggerisce di operare i prelievi sull'utile e non sugli introiti lordi. Non si ravvisa quindi questa pressante necessità di 'mettere in salvo l'azienda' continuamente ribadita dalla proprietà”.

 

Lo afferma Francesco Francalli, segretario aziendale dello Snalc, secondo il quale, “piuttosto, invece di aprire un fronte conflittuale con i lavoratori, si sarebbe dovuta focalizzare l'azione di rilancio sul recupero di quote di mercato, in particolare nel settore slot machines, al fine di aumentare gli incassi, invece di tagliare il costo del lavoro e le spese di ospitalità. In ogni caso il senso di responsabilità dei lavoratori non è mai venuto meno ed il confronto, durante il quale le Ooss hanno messo sul piatto partite economiche importanti, è proseguito fino a quando l'assessore Michele Zuin ha deciso di concluderlo unilateralmente alzandosi dal tavolo. Un epilogo che non ci ha sorpreso visto che la controparte dal 20 febbraio ad oggi non ha mai manifestato un atteggiamento utile al raggiungimento di un accordo”.
LA QUESTIONE TAGLI - “Nel merito delle questioni che si sono lette sulla stampa in questi giorni”, secondo Francalli “non corrisponde al vero che il taglio richiesto dal Comune sia quantificabile in 5,8 milioni, poi ridotti a 4,7, in quanto legando la premialità agli incassi, fino a fine anno non ci sarà certezza del sacrificio imposto ai lavoratori. Infatti, proiettando il calo di incassi precedente alle iniziative di sciopero (circa 4,5 milioni a maggio), stimiamo che il taglio al costo del lavoro alla fine sarà oltre i 10 milioni di euro, cioè superiore al 25 percento e quindi doppio rispetto al 12 percento dichiarato da Zuin. In sostanza un azzeramento di premi ed indennità attuali.
Tuttavia, qualcuno può dormire sonni tranquilli... Infatti ai quadri, che dovrebbero essere responsabili della gestione aziendale e quindi risponderne direttamente, viene attribuita, oltre ai superminimi inidividuali (fino a 99.000 euro annui), un'indennità fissa di 14 mila euro all'anno (doppia rispetto al Cal del 1999), slegata completamente dai risultati ottenuti, mentre tutti gli altri lavoratori devono spartirsi premi ed indennità, tendenti a zero e legati ad incassi e non meglio precisate valutazioni meritocratiche!”.
LA CONFLITTUALITA' – Francalli ravvisa inoltre “un tentativo, attraverso dichiarazioni alla stampa e rumors aziendali, di generare conflitti tra lavoratori, cosicché una volta contrapposti ante e post 1999, croupier e amministrativi, si possa procedere ad una automatizzazione di ingressi, casse, conta, slot, etc. preparando il terreno ai 150 esuberi citati in delibera. Non a caso, infatti, la proprietà ha negato al tavolo di confronto la possibilità di garantire i livelli occupazionali, ma allo stesso tempo non accetta un aumento del part-time (lavoratori che verrebbero a lavorare solo nei weekend, cioè quando c'è il maggiore afflusso di clientela) e prevede contratti di lavoro somministrato, co.co.co., intermittente ed accessorio. Tutto va in un'unica direzione ed i lavoratori l'hanno capito molto bene. Da questa vicenda resta l'amarezza di percepire nelle parole di chi ci amministra, la considerazione di 'questi' lavoratori come dei parassiti privilegiati e non come delle persone oneste, serie e professionali che hanno contribuito lavorando anche di notte e durante le feste al benessere dell'intera comunità veneziana. Da un sindaco imprenditore ci aspettavamo la capacità di valorizzare l'azienda ed in un'azienda che vende emozioni, come la nostra, il vero valore aggiunto sono le persone che ci lavorano”. 
 
 

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