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Benigni (Uilcom): 'Casinò, politiche di sviluppo per uscire dalla crisi'

29 aprile 2017 - 09:04

Il segretario nazionale della Uilcom Uil, Fabio Benigni, teme le ricadute occupazionali della crisi dei casinò e propone le sue ricette per fronteggiarla.

Scritto da Anna Maria Rengo
Benigni (Uilcom): 'Casinò, politiche di sviluppo per uscire dalla crisi'

“Rivendico da tempo un tavolo interministeriale, finalizzato a superare le ragioni di crisi di un segmento importante del settore gioco come quello dei casinò”. Fabio Benigni, segretario nazionale Uilcom Uil, interviene nel dibattito sindacale sulle conseguenze che tale crisi sta già avendo sulla tenuta dei livelli occupazionali nelle quattro case da gioco. “Tutti gli indicatori istituzionali ed economici, ci rappresentano un settore complessivamente in ottima salute tanto da segnalare un incremento record di oltre il 7 percento su di una raccolta scommesse che supera una cifra superiore ai 95 miliardi oltre 10 miliardi di tasse per lo Stato con un Pil che rappresenta il 4,4 percento, poco meno di quanto gli italiani tutti spendono per mangiare e poco più di quanto si investe per l’istruzione. Con questi numeri è impressionante pensare che un sindacato sia disposto a ragionare con le aziende unicamente ritenendo che l’uscita dalla crisi sia subordinata al contenimento del costo del lavoro, senza una politica di sviluppo del settore che si tenga su politiche di investimenti industriali”.

Secondo Benigni, “se non riusciamo a invertire la tendenza in atto, temo fortemente sulla tenuta occupazionale dei Casino, a scapito dello sviluppo e delle professionalità espresse”. Il sindacalista riafferma “la necessità della costruzione del contratto nazionale dei Casinò sia per affermare un valore identitario fondamentale per essere un interlocutore autorevole nei contesti di confronto istituzionale, che per riaffermare il valore delle professionalità espresse, oltre che per contestualizzare con regole adattive la economicità di gestione, attraverso istituti che garantiscano l'acquisito, proiettandosi verso il nuovo modello organizzativo che si intende realizzare. Sostengo da anni la centralità e l’importanza del Ccnl di settore. In caso contrario, ci si disperderebbe in contenitori avulsi dalla realtà che esprime il settore del gioco giocato finendo invece in contratti che nascono da esperienze completamente diverse e con logiche puramente commerciali.
È ovvio che quando parlo di investimenti per lo sviluppo, faccio riferimento a una diversa modulazione dei prelievi fiscali a cui è sottoposto l'intero settore del gioco. È impensabile che il gioco giocato, dove insiste buona occupazione, abbia la stessa o maggiore pressione fiscale del gioco online”.

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