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Esuberi a St. Vincent, è rottura al tavolo di trattativa

30 maggio 2017 - 16:31

Trattativa fiume tra azienda e sindacati, al Saint Vincent Resort & Casino, sui 264 esuberi.

Scritto da Anna Maria Rengo
Esuberi a St. Vincent, è rottura al tavolo di trattativa

Giornata del 30 maggio di full immersion di trattative sindacali, al Saint Vincent Resort & Casino e che si è concluso con l'abbandono del tavolo da parte delle sigle sindacali "cui non è stato presentato alcun documento scritto sul quale avviare un dialogo sulla riduzione dei costi", sintetizza Tommaso Auci, segretario dell'Ugl Aosta. “Credo sia una brutta pagina nelle relazioni sindacali con questa azienda, che si è presentata al tavooo senza un documento o nulla di tangibile quanto al piano di ristrutturazione", aggiunge Vilma Gaillard, segretario regionale dell'Slc Cgil.

Di contro, come raccontano i sindacati, l'azienda ha presentato verbalmente, per voce del direttore operativo Stefano Silvestri, le sue proposte, e che prevedono interventi sui giochi francesi, sull'area slot e sul gioco online, oltre che una riorganizzazione interna. Ha inoltre annunciato l'intenzione di avviare due ricorsi alla legge Fornero, uno a fine 2017 e l'altro nel 2018, chiedendo inoltre una maggiore flessibilità nell'impiego delle risorse interne e prevedendo misure sulla formazione del personale. Ancora, si è riservata di valutare, sino al 20 giugno, se ci saranno altre uscite volontarie, senza però dettagliare se indennizzate o meno, e ha chiesto il superamento dei contratti, ossia l'unificazione di quello sui giochi francesi e di quello degli americani. Ritenendo onerosa la gestione, ha anche chiesto l'unificazione dei fondi pensione e previsto che le nuove assunzioni siano fatte ricorrendo al contratto del turismo. Il lavoro degli impiegati tecnici e amministrativi sarà rapportato a 32 ore circa effettive, mentre i premi del personale saranno pagati sulla base dell'effettiva presenza delle persone. La proposta aziendale prevede inoltre, secondo quanto illustrato ai sindacati e da loro riferito, l'abolizione della 14esima mensilità, la conferma di quello che si versa ai fondi pensione, ossia 10 percento, e la riduzione delle giornate di ferie 2017 a 30 giorni cui aggiungere 12 festività (anziché le 16 attuali). Nel 2018, si scenderebbe ancora, a 26 giorni, con i 12 giorni di festività, e così si entrerebbe a regime. Interventi anche sulle assenze per malattia: verrebbero pagati normalmente i primi tre periodi annuali, metre dal quarto in poi i primi tre giorni non lo sarebbero. Si conferma inoltre che la maggiorazione notturna dalle ore 22 alle 5 sia solo del 10 percento, come anche i festivi e notturni, e anche l'apertura delle sale per 24 ore giorno, pur se gli esiti sono stati inferiori alle attese. Inoltre, restano in essere i tagli previsti dall'accordo del 27 ottobre.

"Nulla ci è stato detto per quanto riguarda sulle iniziative legate al rilancio. Ma torno a ribadirlo, bisogna aumentare ai ricavi: se accanto a un piano di riorganizzazione non ci sono idee chiare sul rilancio saremo sempre a un punto morto", sottolinea il segretario dell'Slc Cgil.
I sindacati hanno chiesto il perché di una proposta solo verbale, oltre che del ritardo nella convocazione, visto che la legge e il piano di ristrutturazione è stato approvato il 24 maggio e oggi è il giorno 30, e non hanno firmato il verbale di mancato accordo che avrebbe determinato il prosieguo della trattativa sui 264 esuberi di fronte al Dipartimento politiche del lavoro. "Non l'abbiamo fatto perchè il verbale presentatoci per la firma faceva riferimento a proposte aziendali che si sarebbero state date o di cui ci avrebbero fatti partecipi. Noi - spiega Gaillard- abbiamo contestato la veridicità di queste affermazioni visto che siamo usciti dalla riunione senza documento e senza alcuna declinazione della nuova organizzazione".
Resta dunque da capire se e che cosa si farà domani, giorno ultimo di trattativa in sede aziendale: "Noi siamo convinti e auspichiamo che si possa giungere a un pre accordo che eviti il ricorso al Dipartimento. La notte porti consiglio", si augura Auci, mentre Gaillard afferma: "Ora provvederemo a comunicare all'Ufficio politiche sociali il mancato accordo e le sue motivazioni. In quella sede chiederemo un incontro con loro ma nelle more nulla ci vieta di incontrarci, anche solo informalmente, con l'azienda, per tentare una mediazione. Ma la volontà bisogna averla da entrambi le parti".
Diverse risposte ai quesiti posti dai sindacati arrivano direttamente da Silvestri: "Noi ci siamo presentati al tavolo della trattativa nel momento in cui abbiamo avuto la certezza di poter portare a compimento la Fornero 2016, che era uno dei punti chiave che dovevano servire da viatico a chiudere una vicenda complessa. Dobbiamo ricordare che la legge regionale è stata approvata il 24 maggio, a seguire c'è stata la questione del trasferimento dei fondi. Fare la fideiussione e portarla materialmente all'Inps richiedeva dei tempi tecnici non dipendenti da noi e l'amministratore unico Giulio Di Matteo si è speso per portare a termine la questione". Inoltre, "la convocazione ai sindacati prevedeva una seconda riunione, nella giornata di domani per proseguire il confronto e valutare tutte le proposte. Non è andata così, nel senso che noi abbiamo illustrato le nostre ma il sindacato ha ritenuto che ciò non fosse sufficiente per il tipo di informazioni richieste, anche se noi abbiamo rappresentato che buona parte della revisione organizzativa era già contenuta nel piano e che le proposte illustrate conducono nella direzione assegnata dalla legge regionale. Quindi, per noi il confronto sarebbe proseguito domani ma essendosene le sigle andate tutte senza firmare il verbale la situazione è tale che se non ci sono novità particolari, che non vedo possibili, si passerà alla fase di consultazione amministrativa presso la Regione. Ci sono 30 giorni, dovremo essere convocati e si definirà se le ipotesi sul tavolo sono sufficienti per superare la procedura o se saranno inconciliabili”.
Il ricorso alla procedura amministrativa è così giudicata da Claudio Albertinelli, del Savt: "Come noi avevamo avuto di dire quando ci era stato presentato, il piano non era sufficiente a superare la procedura di licenziamento e questo è stato dimostrato nell'incontro di oggi, quando l'azienda ci ha presentato l'ennesimo conto della spesa con tagli normativi ed economici. Ulteriori sacrifici quando i lavoratori, è bene ricordarlo, contribuiscono tutti gli anni con cifre che vanno dai 6 ai 25 mila euro e pari dal 15 al 25 percento dello stipendio. Peraltro, ulteriori richieste dell'azienda a fronte del nulla, senza nulla di concreto sul rilancio. Quindi abbiamo ritento che fosse inutile proseguire la fase della trattativa visto che l'azienda non ci dà risposte concrete. Nella fase amministrative essa dovrà presentare una documentazione reale su quante persone servono, su come intende riorganizzare e rilanciare l'azienda. Per finire, nota stonata è stata l'assenza dell'amministratore unico Giulio Di Matteo che in tutta una lunga giornata di trattative non ha trovato cinque minuti di tempo per passare".
LA TRATTATIVA PER L'UPSA - Anche la trattativa sull'Unità produttiva servizi alberghieri, oggetto dell'incontro di stamattina, è stata senza esito. L'azienda ha presentato un piano di riorganizzazione e rilancio che prevede tagli economici del 20 percento del premio di produzione che i lavoratori dovrebbero prendere sno a fine anno, per un importo di 14mila euro circa. "Abbiamo osservato che è strano che da un lato di parli di rilancio, poi si chiedano 100 euro a testa ai dipendenti".

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