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Partecipate, casinò esclusi da parte norme su razionalizzazione

16 marzo 2017 - 16:39

Raggiunta l'intesa tra governo, Regioni e Comuni per escludere i casinò da parte delle norme sulle società partecipate, il commento del governatore valdostano Marquis.

Scritto da Anna Maria Rengo
Partecipate, casinò esclusi da parte norme su razionalizzazione

I casinò italiani saranno esclusi dall'applicazione di parte dell'articolo 20 del decreto legislativo sulle società partecipate dagli enti pubblici. Questa la mediazione raggiunta tra governo, Regioni e Comuni in sede di Conferenza Unificata, oggi 16 marzo, accogliendo, in tal senso, la richiesta che era arrivata dalla Regione Val d'Aosta.

"L'intesa raggiunta - commenta a Gioconews.it il governatore valdostano, Pierluigi Marquis - rappresenta una buona mediazione. Prevede che i casinò vengano esonerati dall'articolo 20, comma 2, lettera e) del testo e il differimento di un anno dell'applicazione dell'articolo 14, comma 5, del Dlgs stesso. Questo significa, tradotto, che entro un anno bisognerà acquisire, per il Casinò di Saint Vincent, un piano di risanamento che può prevedere, alla luce della Madia, dei finanziamenti per riequilibrare i conti della società nei successivi tre anni".

I DETTAGLI DELLE MODIFICHE - L'articolo 20 del decreto Madia fissa norme sulla razionalizzazione periodica delle partecipazioni pubbliche e prevede che gli enti pubblici debbano effettuare dei piani di razionalizzazione in diverse casistiche. I casinò sono esentati dalla lettera e) della comma 2, che prevede piani di razionalizzazione quando le amministrazioni pubbliche rilevino “partecipazioni in società diverse da quelle costituite per la gestione di un servizio di interesse generale che abbiano prodotto un risultato negativo per quattro dei cinque esercizi precedenti”.
L'articolo 14, comma 5, prevede invece che "le amministrazioni (...) non possono (...) effettuare aumenti di capitale, trasferimenti straordinari, aperture di credito, nè rilasciare garanzie a favore delle società partecipate (...) che abbiano registrato, per tre esercizi consecutivi, perdite di esercizio ovvero che abbiano utilizzato riserve disponibili per il ripianamento di perdite anche infrannuali. Sono in ogni caso consentiti i trasferimenti straordinari (...) a fronte di convenzioni, contratti di servizio e di programma relativi allo svolgimento di servizi di pubblico interesse ovvero alla realizzazione di investimenti, purché le misure indicate siano contemplate in un piano di risanamento, approvato dall'Autorità di regolazione di settore ove esistenti e comunicato alla Corte dei conti (...) che contempli il raggiungimento dell'equilibrio finanziario entro tre anni".
 
 

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