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Zuin: 'Ca' Noghera destinata a chiusura'

14 luglio 2017 - 14:31

L'assessore Zuin evidenzia gli scenari che si aprirebbero per il Casinò di Venezia e la sede di Ca' Noghera con la vittoria del sì al referendum sulla separazione di Mestre.

Scritto da Anna Maria Rengo
Zuin: 'Ca' Noghera destinata a chiusura'

“Non colgo alcun elemento di novità nel nuovo comunicato delle Ooss e ripeto quanto già affermato negli ultimi mesi: sul tema Casinò, l'amministrazione si sta muovendo con molta serietà. Ha ricapitalizzato l'azienda, ha presentato un piano industriale e un nuovo regolamento che cerca di riportare l'equilibrio economico e finanziario”. L'assessore al Bilancio e Partecipate, Michele Zuin, commenta così l'ultima nota delle organizzazioni sindacali in riferimento alle sue dichiarazioni sullo sciopero di 48 ore in corso al Casinò di Venezia. “Stiamo dimostrando giorno dopo giorno, l'attenzione che mettiamo nei confronti della Casa da gioco. Nessun commento sul diritto di sciopero, dico soltanto i sindacati e i lavoratori si stanno facendo male da soli. Inoltre, l'amministrazione comunale è molto preoccupata per il possibile referendum che potrebbe essere indetto sulla separazione di Mestre dal Comune di Venezia”.
Al momento, non è ancora certissimo che il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, indirà il referendum, come pure la possibile data, che potrebbe coincidere con quella sull'autonomia del Veneto, tanto più che sulla materia anche l'Avvocatura regionale ha espresso dei dubbi. Tuttavia, “se vincesse il sì, la sede di Ca' Noghera, che andrebbe a ricadere sotto il nuovo Comune di Mestre, sarebbe destinata alla chiusura. È infatti fuori di dubbio che l'autorizzazione all'esercizio del gioco d'azzardo, ai sensi del regio decreto del 1936, è stata data al Comune di Venezia. Il ministero ci aveva eccezionalmente concesso, prima, di aprire una succursale al Lido, e poi, tra il 1998 e il 1999, di aprire la sede di Ca' Noghera in cambio della chiusura del Lido. È impensabile che ci possa concedere una deroga per tenere aperta una sede di Casinò fuori dal nostro territorio comunale: così facendo, tutti gli altri comuni che ospitano una Casa da gioco farebbero una richiesta analoga”.

La chiusura di Ca' Noghera avrebbe conseguenze pesanti, se si pensa vi lavorano 350 dei 540 dipendenti del Casinò, e che l'80 percento degli incassi complessivi vengono proprio da essa. “Chiudere Ca' Noghera sarebbe la morte civile, visto che Ca' Vendramin è in perdita e non potrebbe contenere i dipendenti e i giochi (500 slot a fronte delle sue 100) della sede di terraferma. Aggiungo l'indebitamento altissimo che, con il gruppo Casinò, il Comune ha, per esempio il prestito Biis di cui si devono pagare ancora 64 milioni di euro. Chiudere Ca' Noghera sarebbe un problema per il Casinò e per il Comune, e Ca' Vendramin è più che altro una vetrina. Con gli attuali numeri, non avrebbe anch'essa la possibilità di restare aperta”.
Una opzione non potrebbe essere quella di tornare al Lido? “Il problema non è tanto quello di individuare una nuova sede, ma della facilità con cui può essere raggiunta. La sede del Lido non ha queste caratteristiche e non mi si proponga di fare un casinò nella zona dell'autorità portuale: dove troveremmo i soldi?”
Stanti così le cose, cosa il Comune di Venezia può fare per scongiurare il rischio chiusura del Casinò di Ca' Noghera? “Abbiamo già presentato ricorso sulla delibera del consiglio regionale e ricorreremo su ogni altro atto della Regione, fatta forse eccezione per l'ultimo con cui si individua il corpo elettorale” (solo i cittadini veneziani, e non più anche quelli dell'area metropolitana Ndr).
I dipendenti del Casinò hanno sufficientemente consapevolezza del rischio che si sta correndo?
“Ci siamo posti come obiettivo primario quello di informare. La nostra non è una posizione politica ma l'enunciazione di una verità. Non posso sperare che mi lascino tenere aperta la sede di Ca' Noghera. Ed è una verità pure che abbiamo una montagna di debiti. Un conto è la vertenza sindacale in corso, altro lo scenario che si aprirebbe se vincesse il sì al referendum”. 

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