Non si è fatta attendere la replica del consigliere comunale d'opposizione Roberto Salmoiraghi alle dichiarazioni dell'amministratore delegato del casinò di Campione d'Italia, Carlo Pagan, in relazione al mancato pagamento ai lavoratori della casa da gioco della tredicesima mensilità.
Secondo Salmoiraghi "è infatti del tutto ovvio e normale che l'autodichiarata incapacità di un'azienda di far fronte agli obblighi retributivi nei confronti dei lavoratori per mancanza di risorse proprie desti non poche preoccupate e doverose perplessità, non solo nei lavoratori, ma anche nei rappresentanti istituzionali della comunità campoionese - di cui quei lavoratori sono parte integrante - quali sono anche i soggetti della minoranza consiliare.
Dire 'me lo aspettavo' in una situazione di questo genere é un po' come dire 'rosso di sera, bel tempo si spera'.
Con l' unica differenza che di rosso, in questo caso, c'è solo il portafoglio della casa da gioco e tanto risulta dal dato obiettivo dell'impossibilità di pagare le tredicesime ai lavoratori e che a questi ultimi non é neppure dato di sperare in un un bel tempo a venire. Questo, perlomeno sotto la attuale gestione della casa da gioco.
E infatti, la circostanza che l'amministratore delegato Pagan sia in attesa del buon cuore del Governo e con esso dei relativi aiuti economici, conferma che l'azienda Casinò non é allo stato attuale né autosufficiente né produttiva, che cioé non é in grado essa stessa di risanarsi, di garantire il reddito ai propri lavoratori e di garantirsi un doveroso utile.
E la circostanza, da ultimo dichiarata dal Pagan, che l' azienda é in attesa di di fondi addirittura 'strutturali' da parte del Governo é la misura della mastodontica entità e natura, evidentemente strutturale, del dissesto aziendale.
Tutto ciò dimostra che il risultato della gestione Pagan della casa da gioco può solo eufemisticamente definirsi come negativo, atteso che si tratta di un vero e proprio fallimento gestionale.
L' esigenza di un intervento di salvataggio del Governo ne é l'autoevidente dimostrazione. E' chiaro che chi scrive non può che sperare che lo Stato non lasci cadere in definitiva e mortale disgrazia la casa da gioco e i propri lavoratori e si determini nel senso del salvataggio aziendale.
Se questa speranza, perché alla speranza non rimane che affidarsi, si traducesse in realtà, c'é altresì da sperare che i fondi statali siano al massimo efficientati al fine di garantire non solo un reale risanamento, ma anche un recupero della produttività aziendale. Ma qui il dubbio é doveroso visto il risultato del recente passato. Ed infatti, tutti sanno che si puo' anche disporre della miglior semente, ma senza un sapiente e competente lavoro il campo non darà i frutti che pure potrebbe produrre.
Purtroppo, questa speranza è oggi assai flebile e di quanto mai incerta realizzazione - sempre a voler essere eufemistici s'intende - attesi i risultati che si é sinora dimostrato (in)capace di raggiungere l'amministratore delegato Pagan".