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Riorganizzazione Casinò, lavori in corso al ministero dell'Interno

16 maggio 2016 - 10:46

Duplice presa di posizione nel giro di pochi giorni del ministro dell'Interno Alfano su gioco e casinò: qualcosa si muove al Viminale.

Scritto da Anna Maria Rengo
Riorganizzazione Casinò, lavori in corso al ministero dell'Interno

La scorsa settimana una lunga intervista al quotidiano L'Avvenire, al quale il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha spiegato come il governo stia mettendo a punto un'ipotesi di intervento che va nella direzione di “salvaguardare le nostre case da gioco, rivedere la disciplina del settore con la massima garanzia di serietà e di trasparenza finanziaria, con un’attenzione particolare agli equilibri di bilancio; disarmare le mafie che sfruttano senza scrupolo la dipendenza da gioco”. E oggi, lunedì 16 maggio, un'altra importante presa di posizione da parte del titolare del dicastero. Alfano ha anticipato a L'Arena di Verona di stare “lavorando a un progetto che aggredisca il gioco d’azzardo che avviene fuori dai casinò e che contrasti la ludopatia. Ne ho già parlato col ministero dell’Economia e ne verrà fuori un piano molto robusto”.

Una duplice esternazione che la dice lunga sull'attenzione che Alfano sta dedicando al settore del gioco, con particolare riferimento ai casinò esistenti e a quelli che potrebbero nascere nell'ambito della loro lungamente attesa riorganizzazione dal punto di vista normativo. Come noto, anche da parte del ministero dell'Economia c'è analoga attenzione e il sottosegretario Pier Paolo Baretta ha più volte reso noto l'intenzione di ridisegnare l'attuale struttura gestionale dei quattro casinò, creando una sorta di 'società Italia' unica, con forme di partecipazione agli utili e organizzative da parte degli attuali proprietari tutte da definire e, soprattutto, concordare.
Secondo quanto apprende Gioconews.it, i vertici dei due ministeri si sono già incontrati per parlare della riorganizzazione normativa dei casinò. A grandissime linee, il progetto di fondo di Alfano è di trovare il modo di valorizzare i casinò esistenti, visti dal ministero come possibile volano per il turismo dei territori ospitanti, ma anche come luoghi 'protetti' e a minor rischio gioco patologico, oltre che attualmente in grado di garantire la legalità. Questo in un contesto, come del resto prefisto dalla legge di Stabilità 2016, di riduzione del cosiddetto 'gioco pubblico'. E magari anche prevedendo l'apertuta di nuovi casinò, così da dare risposta alle richieste che provengono, ormai da decenni, da diversi territori italiani. Su tutti la Sicilia, che rivendica il 'suo' casinò a Taormina e la cui assemblea regionale qualche anno fa ha approvato un disegno di legge voto (poi trasmesso al Parlamento e di cui non è iniziato l'iter) che prevedeva l'apertura di due case da gioco: una, appunto, nella Perla dello Jonio, l'altro a Palermo. Sul tema 'casinò in Sicilia' Alfano è stato più volte possibilista, e se davvero ci sarà una riorganizzazione di quelli esistenti, è probabile che il tema della nuove apertura salterà di nuovo fuori. In questo contesto, le parole di Alfano suonano come l'assicurazione della massima attenzione del ministero alla questione, ricordando, tra l'altro, che i casinò fanno capo proprio agli Interni, e che al sottosegretario Gianpiero Bocci è attribuita la delega alla sorveglianza delle Case da gioco. Poi, sui tempi, pesano altre incognite: sicuramente il premier Renzi vorrà avere l'ultima parola sulla questione 'vecchi e nuovi' casinò, e tenendo conto che ci sono prima le elezioni amministrative e poi i riferendum autunnali, è possibile che il governo e anche i due ministeri più direttamente coinvolti (Economia e Interni) abbiano altre priorità.

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