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Casinò di Venezia: la Cmv Spa al bivio tra fusione e dismissione

09 ottobre 2015 - 09:09

Due scenari alternativi per le società che fanno capo alla Casa da gioco lagunare: all’indomani delle nomine ci si interroga sulla loro riorganizzazione.

Scritto da Anna Maria Rengo

Fatte le nomine, e in attesa del primo consiglio di amministrazione della Casinò di Venezia Gioco Spa, fissato per lunedì prossimo, l’attenzione della politica, dei sindacati e dell’intera città si sposta su due questioni fondamentali. La prima è relativa alla nomina anche del nuovo direttore generale della Casa da gioco, visto che su questo tema il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha preso tempo, riservandosi altre valutazioni. A tale proposito, prende sempre più forma l’ipotesi che l’individuazione del nominativo sarà affidata a un bando, il che ovviamente allungherà i tempi ma forse garantirà una scelta oculata e trasparente, obiettivi sicuramente propri anche del primo cittadino. Ma al di là del nome di chi, materialmente (a meno che non saranno affidate deleghe più specifiche al nuovo presidente Maurizio Salvalaio, come del resto era stato fatto nei confronti di chi l’ha preceduto, la manager trevigiana Ilaria Bramezza) si occuperà del rilancio della Casa da gioco e della trattativa con i sindacati, ci si chiede che fine faranno le due società che erano nate, al posto della ‘vecchia’, su volere del’ex sindaco Giorgio Orsoni e che erano propedeutiche all’affidamento in gestione trentennale della Casa da gioco, un progetto naufragato dopo il flop del bando che era stato indetto e a cui nessuno aveva partecipato.

 
GLI SCENARI - Gli scenari che si prospettano sono essenzialmente due: il meno probabile, allo stato dell’arte, sembra essere una nuova fusione tra la Cmv Spa (la società immobiliare direttamente controllata dal Comune di Venezia) e la CdV Gioco Spa (la società che si occupa di gioco, cui afferiscono tutti i dipendenti del Casinò e che è direttamente controllata dalla Cmv Spa e indirettamente, dunque, controllata da Ca’ Farsetti). Più probabile sembra invece che le due società continuino a essere due entità distinte, quindi che la prima continui a essere squisitamente immobiliare e la seconda dedita alle attività del gioco. Ci sono tuttavia dei problemi ‘strutturali’ da risolvere e in questo scenario pare realistica una progressiva messa in liquidazione della Cmv Spa, con il conferimento dei suoi immobili (Ca’ Vendramin dove ha sede il casinò lagunare e Ca’ Noghera che ospita invece quello di terraferma) alla CdV Gioco Spa. In questo modo, la CdV Gioco Spa si farebbe carico dei mutui pendenti sugli immobili ma non dovrebbe più pagare gli affitti alla Cmv Spa. Resta incerto, ed è prematuro definirlo, il futuro dell’altro immobile che fa capo alla Cmv Spa, ossia il Palazzo del Lido, che potrebbe rientrare nel generale progetto di riqualificazione dell’area, area che sembra caduta l’ipotesi di costruzione del nuovo Palazzo del Cinema. Altro tassello del puzzle che deve essere assolutamente messo al suo posto, ma i tempi non sono ancora maturi, è la possibile vendita dei terreni al Quadrante Tessera, sempre di proprietà della Cmv Spa, il che consentirebbe di sanare, in tutto o in parte, la sua situazione di disequilibrio finanziario strutturale che ha richiesto da parte del Comune già diversi interventi di ricapitalizzazione.

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