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Morelli: ‘Casinò, professionalità e compensi legati a risultati’

02 maggio 2015 - 10:28

Il futuro del Casinò di Venezia e dei casinò in generale, anche alla luce di un possibile intervento governativo, attraverso (ma non necessariamente in via esclusiva) lo strumento della delega fiscale. E le politiche regionali in materia di gioco, all’indomani dell’approvazione della legge in materia e in attesa, anche in questo caso, della predisposizione da parte di Palazzo Chigi del decreto che darà attuazione all’articolo 14 della legge delega al governo in materia fiscale.

Scritto da Anna Maria Rengo

Sono gli scenari di stretta attualità sui quali la politica veneziana si confronta, e che entrano anche nella campagna elettorale in corso per il rinnovo del consiglio regionale del Veneto.

 

A illustrare il proprio punto di vista su entrambi i temi è Teresa Morelli, dal 2005 al 2010 membro del Cda della Casinò Municipale di Venezia, dal 2006 al 2012 amministratore unico della Ranch Srl (società immobiliare sita in Ca’ Noghera-Mestre, sede di terraferma del Casinò Municipale di Venezia Spa) e oggi candidata al consiglio regionale del Veneto nella lista ‘Alessandra Moretti presidente per il Veneto’.

Lei è stata consigliere di amministrazione del Casinò di Venezia, Casa da gioco che, al pari delle altre, sta vivendo un momento di difficoltà. La privatizzazione, portata avanti dal sindaco Orsoni, oppure la nascita di un'unica società di gestione, come propone il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, possono essere soluzioni possibili?

“Non ho mai creduto che la strada della privatizzazione potesse essere la soluzione per la casa da gioco veneziana. In quell’operazione, pensata dalla giunta Orsoni, era palese che si poteva intravedere una ‘salvezza’ per il bilancio del Comune. Sulla statalizzazione posso dire che l’idea mi sembra buona. Sarà da capire meglio in che modo e quali siano gli aspetti che dovranno essere sciolti preventivamente. Il sottosegretario Baretta ha compreso che i Casinò italiani sono arrivati a ‘fine corsa’ e visto che la liberalizzazione del gioco da parte dello Stato ha contribuito ad accentuare la crisi nel settore, si è pensato, in tal senso, di dare un aiuto anche alle quattro case da gioco. Vista l’esperienza passata mi auguro che si attui sempre più l’impiego di professionisti del settore, premessa davvero importante per mantenere in attivo queste aziende; inoltre, il compenso dei manager dovrà essere legato, per larga parte, al raggiungimento dei risultati. Questo è senz’altro un tema a me molto caro perché come candidata per il Consiglio Regionale del Veneto, nel mio programma un aspetto che sottolineo è proprio la valorizzazione delle risorse per le aziende partecipate e l’impiego di dirigenti con le specifiche competenze settoriali".

Al di là degli scenari futuri e che prevedono interventi ‘esterni’, quali misure possono e devono essere messe in campo per risanare e rilanciare la Casa da gioco? Sarà necessario, in questo ambito, rimettere mano al costo del lavoro?

“Premesso che vi è stata già una riduzione dei costi iniziata ancora dal vecchio consiglio e che ancor oggi continua, credo che ci sarà poca marginalità per ridurre il costo del lavoro. Un intervento che potrebbe trovare attuazione potrebbe essere quello di usufruire delle agevolazioni previste dall’art. 4 della legge Fornero circa il personale prossimo alla pensione, ma questa è una decisione aziendale che potrebbe trovare soluzione al personale in eccesso. Questo perchè il problema attuale è il numero di dipendenti che, per il fatturato generato, è superiore al fabbisogno. Certamente, anche una razionalizzazione delle risorse umane, potrebbe contribuire a rendere più efficiente l’azienda. Altra cosa invece è quella di investire sulla clientela specialmente quella turistica visto che Venezia ha una capacità ricettiva largamente superiore agli altri competitor, nazionali ed esteri. Non si può sottacere che in questi anni non è stata fatta adeguatamente leva su questo valore peculiare di Venezia e non sono solo certo io a dirlo ma sono i dati che lo confermano”.

La Regione Veneto ha recentemente approvato, nell’ambito della legge finanziaria, delle norme sul gioco patologico. Come pensa che potranno trovare attuazione, visto che il governo si appresta a varare il decreto legislativo sul gioco che darà attuazione all’articolo 14 delle delega fiscale?

“Lo Stato ha da una parte ha incrementato legalmente il gioco d’azzardo e dall’altra parte ha sempre avuto una grande attenzione sulle patologie derivanti da questo ambito. Se il Governo interverrà dovrà anche rivedere tutte le strutture di gioco, e non intendo solo sale slot machines o Casinò, ma anche tutti quei giochi che sono facilmente reperibili anche nei punti scommesse o nei tabaccai. Troppe volte lo Stato ha voluto premere su questo settore per incamerare nuove risorse senza pensare a quanto poteva nuocere questo fenomeno ed ai costi indiretti derivanti dall’azzardopatia che ricadono sul sistema sanitario pubblico. Far convivere il gioco e la tutela sulle patologie non sarà facilissimo. Per ora rimaniamo in attesa di vedere come verrà attuato l’articolo 14 della delega fiscale”.

Tra le misure previste nella legge c’è l'istituzione di un numero verde regionale per orientare i pazienti e soprattutto i loro familiari, l'attivazione nei Sert di progetti di prevenzione, assistenza, recupero anche con il privato sociale. A suo modo di vedere in Veneto si è fatto a sufficienza in materia di prevenzione del gioco patologico e quali misure dovrebbero essere messe in campo?

“Anche questo argomento è un punto importantissimo del mio programma quale candidata per il Consiglio Regionale del Veneto. La mia esperienza deriva oltre che dall’essermi occupata di sanità per questioni lavorative, anche dall’esperienza derivante dal mio mandato di consigliera d’amministrazione al Casinò di Venezia.  Durante il mio mandato ho voluto fortemente affrontare la questione della ludopatia o per dirlo in modo più appropriato dell’azzardopatia con un convegno specifico e con l’ausilio di esperti del Sert, pertanto è un argomento che sento particolarmente. Ho inoltre promosso una convenzione con L’azienda sanitaria Ulss 12 veneziana per istituire l’informagioco presso il SerT di Mestre. Tuttavia ad oggi in Veneto non si è fatto molto, ma è impensabile che la Regione da sola possa affrontare tale patologia. Dovrà esserci un coordinamento con tutti i Comuni interessati per cercare di intervenire in modo preciso sul fenomeno dell’azzardopatia . Ben venga il numero verde, ma da solo non basta. Ci si dovrà dotare di  personale altamente specializzato per dare un aiuto immediato ed un’assistenza che porti ad un recupero sicuro al paziente, ma anche un’assistenza forte e specifica alle famiglie che solitamente ‘subiscono’ direttamente la patologia e ci convivono. Questo fenomeno sta diventando una  piaga sociale e le istituzioni, a tutti i livelli, hanno il dovere di intervenire con tutti i mezzi e nel più breve tempo possibile”. 

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