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Rollandin: ‘Casinò, no alla proposta Baretta’

20 aprile 2015 - 08:14

Se il sottosegretario all’Economia con delega ai giochi Pier Paolo Baretta vorrà portare avanti la sua ‘proposta di lavoro’ per risolvere in maniera strutturale e organica la crisi dei casinò, dovrà scontrarsi con l’opposizione di almeno qualcuno degli enti locali attualmente autorizzati a offrire gioco d’azzardo in deroga alle norme del codice penale che lo vietano.

Scritto da Anna Maria Rengo

Il presidente della Regione Val d’Aosta, Augusto Rollandin, si dice contrario all’idea di creare una società unica: “Non è una proposta che può stare in piedi”, dichiara a Gioconews.it. “Ci sono situazioni così diverse che non si possono mettere insieme, non c’è davvero nulla in comune”. Se il governatore della Regione vede come impraticabile la nascita di una unica società di gestione, sia essa costituita dagli enti locali e partecipata dallo Stato che viceversa, l’opposizione è ancora più forte rispetto allo scenario collaterale che una simile operazione aprirebbe, dunque la possibile nascita di ‘filiali’ regionali, a cominciare da casinò a San Pellegrino Terme (Bergamo) e a Taormina (Messina): “Questa proposta è ancora peggiore, non è obiettivamente possibile pensare a nuovi casinò in Italia: già quelli esistenti sono in crisi, che cosa andremmo a fare, aprendone di nuovi?”.

 

 

IL FRONTE VENEZIANO - L’accoglienza della proposta Baretta potrebbe essere diversa in altre realtà locali. Per esempio nella città d’origine del sottosegretario, Venezia, dove è in corso la campagna elettorale e dove tra i temi oggetto di dibattito c’è il futuro del Casinò municipale. Allo scopo di consentire la sua ‘privatizzazione’, o meglio ancora l’affidamento in gestione trentennale a privati, la giunta guidata dal sindaco Giorgio Orsoni aveva creato un nuovo assetto societario, ‘spezzando’ in due la ‘vecchia’ società e creando una holding che si occupa delle proprietà immobiliari, la Cmv Spa, e una (totalmente di proprietà della citata società) che si occupa di gioco. Dopo che il primo bando è andato deserto la città si interroga su come rilanciare diversamente il Casinò, rispetto a una seconda gara che, per risultare più appetibile, dovrebbe essere ancor meno conveniente per il Comune, ci si interroga su altre ipotesi. E l’idea di una unica società potrebbe essere oggetto di valutazione e attenzione.

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