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Vincite in casinò esteri: Sberna (Pi) "Soddisfatti della risposta del Governo"

31 ottobre 2014 - 10:52

“Esattamente quello che bisognava fare, anche prima, e non si capisce perché non sia stata applicata anche all’estero un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi”. Così Mario Sberna, deputato di Per l’Italia, commenta la risposta alla sua interrogazione e a quella del deputato Paola Binetti, da parte del sottosegretario all’economia Pierpaolo Baretta.

Scritto da Sm

“Tutti devono pagare le tasse e le più alte possibili e inimmaginabili. I costi sociali sono straordinariamente elevati e quindi prima ce ne rendiamo conto e meglio sarà. Una tassazione elevata può servire per pagare i costi sociali, ma serve pure come deterrente, quindi per rendere meno appetibile il gioco”.

 

IL GAP - E sul tema della ludopatia, su cui i due deputati aveva chiesto attenzione, aggiunge: “È fondamentale e va affrontato, ma servirebbe di più anche di quello che prevede la legge di Stabilità”.

E sul tema di un casinò per regione, chiudendo tutte le sale slot e Vlt, Sberna aggiunge: “Potrebbe essere rischioso, perché effettivamente ci potrebbe essere un ritorno all'illegalità. Personalmente sono contrario a tutto il gioco, ma serve prima un cambio culturale e di mentalità”.

“Prendiamo atto, molto positivamente, che il sottosegretario Pierpaolo Baretta ha messo in evidenza come il tema della ludopatia sia al centro degli interessi del Governo. Inoltre voglio mettere in luce il fatto che c’è una prima concreta destinazione dei fondi, i famosi 50 milioni previsti dalla Stabilità, verso la cura del Gap e li consideriamo una start up importante verso la lotta al gioco patologico. Quindi il gioco viene considerato non più solo una fonte di reddito, ma anche come problema sociale a cui dedicare attenzione e risorse”. È quanto aggiunge Paola Binetti (Pi).

Per quanto riguarda le vincite, Binetti mette in luce anche un altro elemento, quello del gioco online: “Stanno prendendo atto che tutto il sistema della tassazione che riguarda in particolare il gioco online va rivisto, con un sistema di tassazione che sia anche un deterrente al gioco, sia in Italia che in Europa. Apparentemente l’attuale sistema avvantaggia il giocatore italiano, ma in realtà il vero vantaggio è quello dei concessionari esteri che si sottraggono all’onere della tassazione italiana”.

La Corte Ue, va ricordato, ha bocciato l’Italia fermando quindi la tassazione delle vincite realizzate dai giocatori nei casinò esteri.

LA RISPOSTA DEL GOVERNO - Il sottosegretario Baretta, nella risposta di ieri, ha sottolineato: “Con il documento di sindacato ispettivo in esame, gli onorevoli interroganti, tenuto conto della recente sentenza del 22 ottobre 2014 della Corte di giustizia dell’Unione europea, segnalano talune criticità connesse alla tassazione delle vincite sui giochi. In particolare, nella citata sentenza si fa riferimento al fatto che le vincite realizzate in case da gioco situate in Italia sono esonerate dall’imposta sul reddito in quanto la ritenuta sulle vincite è compresa nell’imposta sugli intrattenimenti, mentre le vincite da giochi d’azzardo conseguite in case da gioco stabilite all’estero sono considerate come redditi e dunque assoggettati all’imposta sul reddito. Ciò determinerebbe, dunque, una restrizione discriminatoria della libera prestazione di servizi all’interno dell’Unione europea in quanto i giocatori d’azzardo sarebbero dissuasi dallo spostarsi in un altro Stato membro per non assoggettare le eventuali vincite a tassazione ed, inoltre, tale normativa risulterebbe incoerente con l’importante obiettivo della lotta alla ludopatia. Ciò premesso, gli onorevoli interroganti, alla luce della citata sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, chiedono di sapere quali iniziative normative il Governo intenda adottare nel sistema di tassazione dei giochi in Italia tenuto conto, altresì, dell’impegno della lotta alla ludopatia. Al riguardo, sentiti gli Uffici dell’amministrazione finanziaria, si fa presente che è stata predisposta una proposta normativa finalizzata a risolvere le riscontrate criticità sul piano della compatibilità della normativa interna con quella europea, attualmente all’esame della Commissione europea. Detta proposta prevede l’applicazione anche alle vincite conseguite in case da gioco degli Stati membri dell’Unione europea e degli Stati aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo, di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, così come avviene per le vincite conseguite in case da gioco italiane. Per quanto attiene, invece, l’auspicio di rendere coerente l’impegno della lotta alla ludopatia al sistema di tassazione dei giochi, è opportuno rappresentare che l’attenzione del Governo verso questo problema resta alta, al punto che nel disegno di legge di stabilità per l’anno 2015 l’articolo 14, comma 1, prevede che nell’ambito delle risorse destinate al finanziamento del servizio sanitario nazionale, a decorrere, dall’anno 2015, una quota pari a 50 milioni di euro sia annualmente destinata alla cura delle patologie connesse alla dipendenza dal gioco d’azzardo”.

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