Pannella: “Nuovi casinò, sì a legalizzazione”
10 settembre 2013 - 08:27
La battaglia per la legalizzazione dei casinò in Italia portata avanti dall’associazione Radicali d’Abruzzo è tutt’altro che un’iniziativa locale ma ha il beneplacito anche del leader del partito, Marco Pannella, che è peraltro di origini teramane.
Scritto da Anna Maria Rengo
“Sì, mi hanno avvisato e sono al corrente di quanto una delle nostre otto associazioni sta facendo”, spiega a Gioconews.it. “Il problema ci interessa come del resto ci interessa tutto quello che va nella direzione della legalizzazione e dell’antiproibizionismo. Anche in materia di casinò”.
Pannella ha le idee ben chiare sugli effetti benefici della legalizzazione: “Toglie il monopolio alla criminalità, nazionale o internazionale che sia, nella vendita e produzione di tutti i tipi di droghe, quindi la mia risposta è che vogliamo legalizzare e noi proibire, e questo vale per tutto, anche per i casinò, siano essi terrestri che online”.
Al momento, è in corso la raccolta di firme per i dodici referendum che chiedono una nuova politica su immigrazione e droghe, contro l'abuso del carcere preventivo, per riformare la magistratura (introduzione della responsabilità civile dei magistrati e della separazione delle carriere; rientro nelle funzioni proprie dei magistrati fuori ruolo) per abolire una volta per tutte il finanziamento pubblico dei partiti e rivedere il sistema dell'8x1000, per il divorzio breve, per l'abolizione dell'ergastolo.
DODICI REFERENDUM, E NON SOLO - I radicali abruzzesi, dal canto loro, hanno anche sposato la causa del sindaco di Mogliano Veneto Giovanni Azzolini che sta promuovendo un referendum per riaprire le case chiuse, un tema ‘caro anche al sindaco di Montesilvano (Pescara) Attilio Di Mattia. Chissà se, viste le parole di sostegno di Pannella, che l’argomento non possa essere davvero, come auspicato dal radicale Alessio Di Carlo, all’ordine del giorno del prossimo comitato dei radicali italiani, previsto per ottobre, e che davvero non si possa procedere lungo la strada di un referendum che, c’è da scommettere, dividerà le coscienza così come sta facendo quello sulle case chiuse.