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Basta ipocrisia: sì a casinò e case chiuse

02 agosto 2013 - 09:21

L’esternazione di Ermanno ‘Ciccio’ Pegoraro nel corso dell’ultima seduta del consiglio comunale di Abano Terme, in provincia di Padova, è stata tutt’altro che una ‘boutade’. Piuttosto, nell’ambito di uno scontro verbale, è stata l’enunciazione di un progetto fortemente sostenuto dalla stessa amministrazione comunale, a cominciare dal sindaco Luca Claudio.

Scritto da Anna Maria Rengo

 

“Stiamo lavorando per il rilancio di Abano Terme – spiega il primo cittadino a Gioconews.it – che è a livello europeo il più importante e che assieme alla vicina Montegrotto costituisce un importantissimo bacino. Stiamo, allo stesso temo, cercando di reggere all’urto della crisi del turismo, facendo tutti gli sforzi possibili per accattivarci l’attenzione delle nuove facoltose clientele estere. Parlo dei russi, degli indiani, dei cinesi, degli arabi, degli americani e anche dei sudamericani, in particolare i brasiliani. Si tratta di personaggi molto ricchi che non mancano di sottolineare come in Italia manchi quella diversificazione dell’offerta che nel resto del mondo, ma anche in Europa, è resa possibile dall’esistenza di casinò. E lo stesso discorso vale per le case d’incontro, che all’estero sono abbastanza normale nel vivere quotidiano. Faccio come unico esempio Baden Baden, dove esiste sia un casinò che le cosiddette case chiuse”.

L’esempio europeo, dunque, non gioca a favore, almeno sotto il profilo dell’appeal turistico, dell’Italia. “Come sindaco – prosegue ancora Claudio – faccio difficoltà a spiegare come mai in Italia non esistono queste situazioni. Poi so bene che ci sono sindaci che si dichiarano contro il gioco d’azzardo, ma per quanto mi riguarda ritengo che più che ridurre occorra regolamentare e che il gioco è ormai dappertutto, controllato dallo Stato, con conseguenze circa la diffusione di forma di ludopatia che sarebbero minori, se non nulle, se esistesse un maggior numero di casinò dove si entra solo se sei registrato e se mostri un documento di identità. Sarebbe molto meglio piuttosto che l’attuale possibilità di giocare in qualsiasi bar o luogo pubblico”.

LE CASE DA GIOCO E LE CASE DI INCONTRI - Anche se i casinò e le case chiuse sono due temi diversi, secondo Claudio esiste un minimo comun denominatore: “Vengono affrontati con grande ipocrisia. Penso alla prostituzione, che non è vietata in Italia, ma chi la esercita non può fare la dichiarazione dei redditi in quanto manca una regolamentazione. Bisogna smetterla di essere falsi: se si è contrari alla prostituzione si deve fare una legge contro, e attaccarla realmente. Invece così facendo siamo solo apparentemente a posto con la coscienza”.

Il primo cittadino enuncia i vantaggi di una regolamentazione, nel senso di legalizzazione, di casinò e case di incontri: “Se ci fossero i casinò il gioco sarebbe più controllabile, ci sarebbero maggiori flussi turistici e maggiori entrate fiscali. Quanto alla prostituzione, è il mestiere più antico del mondo, ed è oggi in mano alla malavita: regolamentarla significherebbe creare posti dove viene esercitata controllati anche sotto il profilo sanitario, e dove viene fatta la denuncia dei redditi!”.

In realtà, la linea antiproibizionista del sindaco investe anche il fronte dei riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto, omo o eterosessuali che siano. “Si tratta di battaglie che fanno condotte a livello centrale”, ammette il sindaco, che su questo fronte ha già fatto sua un’azione sensibilizzatrice delle istituzioni.

L’APPELLO AL LETTA - Ha infatti inviato una lettera ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Piero Grasso, oltre che ai capigruppo parlamentari e al premier Enrico Letta, nella quale sottolinea come “poter scegliere è un diritto” e tra i punti programmatici c’è anche quello di “poter aprire un Casinò liberalizzando finalmente le licenze e rendendo questa possibilità una fonte importante per la nostra economia e per il turismo. Persone adulte e consapevoli che possono scegliere di recarsi a un tavolo da gioco le cui regole sono controllate, la cui gestione è sana e dove le persone possono assecondare le proprie inclinazioni per spendere anche così il proprio tempo libero. Chi può dire se è meno o più condivisibile ad esempio la passione della caccia, o del gratta e vinci, o delle slot machine? Chi siamo noi per giudicare una scelta, se essa non va a ledere gli altrui diritti e l’altrui libertà? Non solo, quanto lavoro e turismo possono portare i casinò? Negli altri paesi persino i singoli hotel ne hanno uno al proprio interno che alimenta la circolazione di persone a cattura la curiosità dei clienti”.

Claudio sottolinea ai politici e alle istituzioni come queste richieste “non sono vestite di ostentazione, di perversione, di mercificazione, di insano o immorale; queste sono richieste di libertà per tutti indistintamente, un po’ come la giustizia che dovrebbe essere uguale per tutti. Perché dobbiamo impedire una scelta se non lede le altrui scelte? Perché dobbiamo nasconderci dietro a un purismo dove lo sporco è tutto e tanto sotto il tappeto di casa?”

Il sindaco chiede dunque “atti concreti su questi temi” e assicura che da parte sua “farò tutto quanto nelle mie possibilità per porre a un’attenzione diversa e nuova, libera e democratica, moderna e in linea con tanta Europa, questi temi che finora sono stati lasciati in mani e gestioni delinquenziali: Sono stanchi i cittadini onesti di avere uno Stato che li controlla come se fossero dei delinquenti spiando i loro conti correnti, che colpisce con una fiscalità assassina singoli, famiglie, imprese e aziende: è questo il compito di uno Stato che vuole la fiducia del proprio popolo? Sono un sindaco e non perderò mai il senso dello Stato, ma lo Stato deve ritrovare il proprio senso, la propria identità, il proprio scopo: dare e mantenere la libertà”.

“Ovviamente – commenta Claudio – io non ho la possibilità di legiferare ma posso sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica. Altri partici e sindaci stanno seguendo le mie orme e sono contento di aver scosso le coscienze. La pratica passa nelle mani del Parlamento e mi auguro che si arrivi a una legge sulle case chiuse, sui casinò e anche sul riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto, e non solo di quelle che sono sposate. In particolare, per ciò che riguarda i casinò, essi costituirebbero una diversificazione dell’offerta turistica, ricordando che il turismo è il nostro petrolio. Noi i nostri turisti li portiamo a giocare a Venezia, ma sarebbe utile che l’Italia ne avesse di più. Questo servirebbe anche a controllare le dipendenze da gioco”.

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