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Referendum Ticino, Ventrici: 'Casinò Lugano già allineato a disposizioni'

29 settembre 2016 - 08:46

Il direttore del Casinò di Lugano evidenzia gli scenari presenti e futuri per i lavoratori italiani nella Casa da gioco dopo il secondo sì al referendum sui frontalieri.

Scritto da Anna Maria Rengo
Referendum Ticino, Ventrici: 'Casinò Lugano già allineato a disposizioni'

Dopo il 'sì' al referendum del febbraio di due anni fa, il cui esito si è scontrato con numerose difficoltà applicative, i ticinesi sono tornati a ribadire, con il voto favorevole dell'articolo costituzionale 'Prima i nostri', il loro desiderio di privilegiare, nelle assunzioni, la manodopera indigena. Una proposta dell'Udc, il partito di destra che è il più votato, a livello svizzero e che ha riscosso il 58 percento dei voti favorevoli. Ma quali saranno le conseguenze per gli italiani che lavorano nei casinò ticinesi? La Casa da gioco di Lugano torna a fare il punto, dopo il referendum del 2014, sull'occupazione 'made in Italy' e sugli scenari che per essa si aprono.
“La compagine italiana all’interno di Casinò Lugano Sa – spiega il direttore, Emanuela Ventrici - è sicuramente importante, tuttavia l’80 percento di questo gruppo è residente in Svizzera per cui dotato di regolare permesso. In totale i dipendenti di Casinò Lugano sono circa 150".
In che ruoli sono principalmente addetti e hanno delle particolari peculiarità, nella gestione del loro incarico o nel rapporto con i clienti?
“Casinò Lugano è una Sa, pertanto non abbiamo l’obbligo di effettuare bandi. Per tutti i ruoli e le posizioni aperte, la priorità viene data sempre ai cittadini svizzeri o comunque agli individui residenti in territorio svizzero. Tuttavia, in alcuni casi cerchiamo persone che ricoprano figure professionali molto particolari e specializzate, non è sempre semplice trovare queste competenze in Ticino, per questa ragione è possibile che vengano assunti residenti al di fuori dal confine”.
Quali potrebbero essere le conseguenze nel breve e nel medio periodo di questo referendum?
“Per quanto ci riguarda non ci saranno conseguenze né nel breve né nel medio. Adottiamo già una politica di assunzioni che dia la priorità al personale residente in Ticino e troviamo che sia corretto proseguire in questo senso. I nostri processi di selezione sono già allineati”.
Che cosa ne pensate di questo referendum e del suo esito?
“Si tratta sicuramente un argomento molto delicato e discusso negli ultimi tempi, effettuare un referendum per conoscere l’opinione popolare è certamente un ulteriore esempio della democrazia Svizzera. Detto questo, non desideriamo esprimere un’opinione particolare o schierarci, lasciamo che le istituzioni facciano le loro considerazioni”.

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