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Atlantic City, McDevitt: 'Difficile evitare lo sciopero in un casinò'

29 giugno 2016 - 08:42

Procedono le trattative per scongiurare lo sciopero di luglio in cinque casinò di Atlantic City, ma una situazione è particolarmente critica.

Scritto da Anna Maria Rengo

Secondo Bob McDevitt, presidente della Local 54 del sindacato Unite-Here, è molto probabile che a partire dal 1° luglio si scioperi in almeno uno dei cinque casinò in stato di agitazione ad Atlantic City per il mancato rinnovo del contratto di lavoro. Non si fanno nomi, ma pare di capire che il 'papabile' sia il Trump Taj Mahal, vera spina nel fianco delle trattative sindacali.
Il sindacalista assicura di essere in trattative con Bally’s, Caesars, Harrah’s, Tropicana e Trump Taj Mahal, ma si potrebbe scioperare, oltretutto nella settimana che precede la festa nazionale del 4 luglio, se non saranno raggiunti accordi sul contratto. “Preoccupazione del sindacato – afferma – è assicurare che i casinò continuino a fornire decenti condizioni ai lavoratori”. Inoltre, il sindacato sta cercando di recuperare concessioni fatte negli anni passati, quando i casinò erano in condizioni finanziarie peggiori. Da parte loro, i casinò sono impegnati in una trattativa che sia equa per entrambi le parti. “Noi vogliamo indietro quello che abbiamo dato per aiutare i nostri impiegati”, afferm McDevitt.

“I casinò hanno la memoria di un pesce rosso: ogni dieci secondi si dimenticano di quello che abbiamo fatto per loro”. Secondo il sindacalista le trattative stanno procedendo a velocità diverse con Caesars Entertainment, che possiede Bally’s, Caesars e Harrah’s, e con il miliardario Carl Icahn, che invece possiede il Tropicana e il Taj Mahal. “Siamo più vicini, su alcuni punti, con il Tropicana, e su altri con Caesars”. Come ci si aspettava, il punto critico è rappresentato dal Taj Mahal. I suoi ex proprietari, Trump Entertainment Resorts, hanno ottenuto dal giudice fallimentare la facoltà di sospendere l'assistenza sanitaria degli iscritti al sindacati e anche i benefici pensionistici, questo a partire dal 2014, quindi prima che Ichan assumesse il controllo del casinò. Per McDevitt questi tagli non possono essere sopportati, anche perchè c'è una clausola di “impiegato più favorito” che consente ai casinò di riservare ad alcuni trattamenti più favorevoli rispetto agli altri. “Se il contratto del Taj Mahal non avrà l'assistenza sanitaria, o i benefici pensionistici, o una crescita salariale, questo potrebbe diventare presto lo standard per il resto dell'industria”.
Inoltre, “I dipendenti lavorano da dieci anni senza nessun aumento salariale. Ma qui non siamo in uno stato stalinista, dove è possibilef costringere le persone a lavorare”. Ulteriori colloqui con i tre casinò Caesars Entertainment e il Tropicana sono in programma per oggi 29 giugno e con il Taj Mahal giovedi.

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